Genio 18enne dei computer inventa
frode da 30mila euro con i bitcoin

Sabato 20 Dicembre 2014 di Andrea Zambenedetti
Genio 18enne dei computer inventa frode da 30mila euro con i bitcoin
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TREVISO - Non una banda di pirati informatici ma uno studente, al quinto anno delle superiori, con indubbie capacità di destreggiarsi in rete. Il meccanismo che il 18enne aveva studiato per derubare il suo ex datore di lavoro è tutt'altro che semplice per chi non mastica il linguaggio di internet.



Ai poliziotti specializzati, della sezione Postale, sono servite settimane per ricostruire il percorso fatto dal denaro (30 mila euro) sparito dai conti correnti di un'azienda che opera nel settore della telefonia. Il ragazzo, che aveva fatto lo stage estivo nel negozio alle porte della città, aveva conservato alcune password necessarie per eseguire le ricariche telefoniche.



Per vendere i «pieni» per i telefoni cellulari, sperando di non essere notato, operava nel «darknet» una sorta di internet parallelo. Attraverso questo sistema era riuscito a piazzare anche delle vendite in stock. Un lavoro da professionisti con pagamenti ricevuti in moneta virtuale «bitcoin» (convertibile facilmente in euro ma non tracciabile) e transazioni filtrate per essere rese anonime. In supporto ai poliziotti veneti anche i colleghi della provincia di Brescia. A farlo finire nei guai sarebbero state le cessioni agli amici che avrebbero reso più semplice risalire a lui.



La denuncia del titolare del negozio risale al mese di maggio. L'uomo aveva raccontato ai poliziotti di centinaia di operazioni sospette ai danni dei conti dell'azienda. I primi accertamenti hanno permesso di scoprire quali erano i grimaldelli virtuali, mettendo così fine agli usi illeciti. E ben presto è venuto alla luce anche che il terminale utilizzato per le operazioni si trovava all'esterno della sede.



La verifica del traffico telefonico e telematico, oltre alla perquisizione domiciliare, ha infine permesso di risalire allo studente trevigiano e alla sua rete di amici. A rischiare ora sono anche i destinatari alcuni, residenti tra le province di Forlì, Perugia e Potenza, sono già stati denunciati. L'indagine continua, i poliziotti vogliono controllare tutto quello che hanno sequestrato: 10 personal computer, due carte di credito e 400 schede per telefoni cellulari.
Ultimo aggiornamento: 16:45 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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