"Caffè sospeso", i bar cercano
sinergie con Caritas e parrocchie

Mercoledì 23 Aprile 2014
Erica Alessio, titolare del bar Ale Caffè
1
TRIESTE - L'antica pratica napoletana del cosiddetto "caffè sospeso" sta prendendo sempre più piede a Trieste dove sono già cinque i bar ad aver attivato tale servizio. Un piccolo gesto di solidarietà da parte dei clienti verso i più sfortunati che possono così avere la possibilità di gustare un "capo in b" o un "gocciato" magari assieme ad una brioche. Il cliente paga infatti due caffè ma ne beve uno solo.



Dallo scorso venerdì, ad entrare nella rete già esistente sul territorio regionale (un bar ad Aviano, uno a Pordenone e uno in provincia di Udine) è l'Ale Caffè gestito da Erica Alessio (nella foto) in via Cologna. In pochi giorni l'incasso "sospeso" è di 30 euro. Chi riceve la colazione gratis, dopo aver chiesto «c'è qualcosa per me?», non conosce l'identità di chi gliel'ha offerta. «Ho visto un video sul web e l'idea mi è piaciuta subito - racconta - ma ora stiamo cercando di pubblicizzare l'iniziativa negli ambienti della Caritas e delle parrocchie cittadine affinchè ci vengano dirottate le persone realmente bisognose».
Ultimo aggiornamento: 24 Aprile, 09:58