Clini: «Quelle accuse mi spaccano
il cuore, sono frutto di pregiudizi»

Mercoledì 28 Maggio 2014
Martina Hauser e Corrado Clini in un momento felice
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FERRARA - «Le accuse che mi sono state rivolte mi spaccano il cuore. Spero che, ancora una volta, i fatti e i risultati del mio lavoro prevalgano sui pregiudizi e sull'ideologia». L'ex ministro dell'Ambiente Corrado Clini non risponde al Gip di Ferrara Piera Tassoni, che ha disposto nei suoi confronti gli arresti domiciliari, né fornisce spiegazioni su quel milione di euro trovato sul conto cifrato "Pesce" in una banca svizzera e che, secondo l'accusa, sarebbe stato distratto dai fondi che il ministero aveva destinato a progetti di risanamento in Iraq.



Ma si difende con una dichiarazione spontanea, che i suoi legali inviano al termine dell'interrogatorio di garanzia ai giornali. «Abbiamo offerto al giudice - si limita a dire l'avvocato Paolo Dell'Anno - elementi per poter fare valutazioni. Abbiamo prodotto dei documenti che dimostrano l'insussistenza dei reati contestati». Quali che siano questi documenti, nella lettera non ce ne è traccia. E in attesa che la situazione si chiarisca maggiormente, il ministro dell'Ambiente Gianluca Galletti ha fatto sapere di aver ricevuto gli atti da Ferrara e, dunque, la sospensione di Clini dalla carica di direttore generale scatterà «nelle prossime ore». «La nostra posizione è molto chiara: abbiamo dato la disponibilità nella collaborazione con la magistratura all'insegna della massima trasparenza».



Nella paginetta firmata a penna dall'ex ministro si rivendica il lavoro fatto in oltre 30 anni al ministero e si citano paesi, università, enti e imprese che possono testimoniare il suo buon operato: «chiedete a tutti questi se sono corrotto». «Il mio lavoro - aggiunge Clini - è sempre stato finalizzato ad integrare sviluppo economico e protezione dell'ambiente, senza pregiudizi ideologici e vincoli politici, con procedure rapide e trasparenti». Un atteggiamento che, sostiene, «ha suscitato negli anni polemiche e iniziative contro di me, sostenute da chi specula sull'ambiente per convenienza politica con l'appoggio delle burocrazie che vivono di rendita sui ritardi e le opacità delle procedure».

In realtà, qualche accenno alla vicenda irachena Clini lo fa, raccontando però tutt'altra storia. «Accanto all'importante lavoro del ministero dell'Ambiente - spiega - tra il 2004 e il marzo 2011 ho svolto, su loro richiesta, un'attività di supporto alla formazione di una Ong per lo sviluppo sostenibile e la pacificazione di quel martoriato paese. Per queste attività ho ricevuto la copertura delle spese e un compenso finanziati con risorse diverse da quelle del ministero dell'Ambiente». Compensi che, precisa, «non ho ancora riscosso».

Da dove viene dunque quel milione accumulato sul conto "Pesce" con 8 bonifici ricevuti tra l'ottobre 2008 e il giugno 2011? Clini avrà tempo di spiegarlo ai magistrati di Ferrara nei prossimi giorni. Così come potrà chiarire la sua posizione con i pm di Roma, dove l'ex ministro è indagato per associazione a delinquere finalizzata alla corruzione per una serie di presunte provviste di denaro ottenute, secondo l'accusa, sempre con lo stesso sistema, stornando per sè una parte dei fondi destinati a progetti all'estero. Un'inchiesta che si allarga a finanziamenti di progetti senza gara per riqualificazione ambientale in Cina e Montenegro. Lavori per un totale di 214 milioni che potrebbero nascondere un giro di tangenti. Ma sono sotto osservazione altri progetti ambientali in Africa, Sudamerica e non solo.
Ultimo aggiornamento: 29 Maggio, 10:21
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