Chiodi sparati contro il romeno:
«Erano in 4, io stavo dormendo»

Martedì 4 Novembre 2014 di Lucia Ravbar
Alexandru e la panchine sulla quale riposava
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MESTRE - Era partito in pullman dalla Romania giovedì pomeriggio.

Un viaggio con destinazione Napoli dove lo attendevano il figlio, le due sorelle e il fratello, con tappa intermedia a Mestre per prendere il treno. L’arrivo a Mestre alle 22. Un rapido controllo agli orari delle partenze per scoprire che avrebbe dovuto attendere fino alle sette del giorno dopo, Ognissanti. Provato dalla stanchezza Alexandru S.I. decide stendersi su una panchina, che si trova nei pressi della stazione in via Rampa Cavalcavia: «Volevo dormire qualche ora e invece...».

Lo incrociamo nell’atrio dell’ospedale dell’Angelo con una vistosa benda all’occhio destro: «È un miracolo se sono salvo perché il chiodo era piuttosto lungo».

No, non è un mendicante e nemmeno un barbanera. Ha ancora la sensazione di vivere un incubo: «Non stavo facendo nulla di male. Perché mi hanno fatto questo?». Si fa il segno della croce quando ripensa alla persona, l’unica, che sentendo le sue urla di dolore si è affacciata alla finestra e lo ha rassicurato "tranquillo ho chiamato l’ambulanza, fanno presto": «Grazie, grazie» ripete. I medici che lo hanno operato dopo essere stato centrato da tre chiodi "sparati" da una pistola impugnata da dei balordi nella notte di Halloween, hanno confermato che la tempestività dei soccorsi è stata decisiva. «Erano in 4, dentro una macchina rossa.

Ho sentito una fitta lancinante all’occhio, al gomito e alla gamba. E poi ho visto quelle specie di spilloni conficcati. D’istinto me li sono tolti, ma appena ho toccato quello nell’occhio mi sono sentito svenire» dice mentre il suo telefonino suona in continuazione. Parla con i congiunti a Napoli e con i familiari in Romania dove dall’attuale compagna ha avuto due bimbi uno di 12 anni e l’altro di 6.

Ultimo aggiornamento: 19:09 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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