VENEZIA - Tragedia sabato pomeriggio in via Noghera a Ceggia (Venezia). In sella alla sua Harley Davidson il capo-operai del Comune di Ceggia perde il controllo della moto e si schianta contro un palo delle luce, morendo sul colpo a 39 anni. Livio Casagrande, celibe, è morto a poche centinaia di metri dalla sua abitazione in via Visentin, nella frazione di Gainiga. In una strada che conosceva benissimo anche per il suo ruolo di manutentore stradale in qualità di capo-operaio del Comune.
Sabato, poco dopo le 16, dopo essersi sentito poco bene al bar Ghiottone, si era messo in sella nonostante gli amici si fossero offerti di accompagnarlo a casa, e si era avviato per rientrare a Gainiga. Appena fatta la curva a destra e imboccato il lungo rettifilo di via Noghera, una strada comunale recentemente affiancata da pista ciclopedonale e impianto d'illuminazione, era finito in fosso. Era stato aiutato a rialzarsi, ma anche in questo caso aveva rifiutato di essere accompagnato. Risalito in sella alla sua Harley, aveva dato un paio di accelerate ed era ripartito. Dopo 500 metri la tragedia. In corrispondenza di un dosso rallentatore di velocità ha perso il controllo della moto, sbandando a destra e andandosi a schiantare con la testa contro il palo della luce posto sull'aiuola che separa la strada dalla pista ciclopedonale.
Casagrande è morto sul colpo per il colpo alla testa, con il corpo finito esanime a due metri dal palo della luce, mentre la moto ha proseguito la sua corsa a sinistra, ha attraversato la strada una sessantina di metri più avanti, ha sfiorato un albero e si è schiantata contro un muretto di recinzione in cemento. Sul posto l'elisoccorso, i vigili del fuoco di San Donà e la Polstrada di Portogruaro.
Un automobilista che procedeva in senso contrario ha visto l'Harley Davidson sbandare autonomamente. Sarà la Polstrada ad accertare le cause dell'incidente, ma sembra farsi strada l'ipotesi del malore, visto quanto era accaduto al bar e la caduta dell’uomo poche centinaia di metri prima.
Ultimo aggiornamento: 26 Aprile, 20:20
© RIPRODUZIONE RISERVATA Sabato, poco dopo le 16, dopo essersi sentito poco bene al bar Ghiottone, si era messo in sella nonostante gli amici si fossero offerti di accompagnarlo a casa, e si era avviato per rientrare a Gainiga. Appena fatta la curva a destra e imboccato il lungo rettifilo di via Noghera, una strada comunale recentemente affiancata da pista ciclopedonale e impianto d'illuminazione, era finito in fosso. Era stato aiutato a rialzarsi, ma anche in questo caso aveva rifiutato di essere accompagnato. Risalito in sella alla sua Harley, aveva dato un paio di accelerate ed era ripartito. Dopo 500 metri la tragedia. In corrispondenza di un dosso rallentatore di velocità ha perso il controllo della moto, sbandando a destra e andandosi a schiantare con la testa contro il palo della luce posto sull'aiuola che separa la strada dalla pista ciclopedonale.
Casagrande è morto sul colpo per il colpo alla testa, con il corpo finito esanime a due metri dal palo della luce, mentre la moto ha proseguito la sua corsa a sinistra, ha attraversato la strada una sessantina di metri più avanti, ha sfiorato un albero e si è schiantata contro un muretto di recinzione in cemento. Sul posto l'elisoccorso, i vigili del fuoco di San Donà e la Polstrada di Portogruaro.
Un automobilista che procedeva in senso contrario ha visto l'Harley Davidson sbandare autonomamente. Sarà la Polstrada ad accertare le cause dell'incidente, ma sembra farsi strada l'ipotesi del malore, visto quanto era accaduto al bar e la caduta dell’uomo poche centinaia di metri prima.
