MESTRE - Non è piaciuto al presidente leghista del Veneto, Luca Zaia, l'esperimento dell'apertura alle sole donne della piscina di Mestre per consentire anche alle musulmane di poter nuotare senza imbarazzi.
«Con quella decisione - afferma Zaia, criticando la scelta fatta dal Comune - è stato scalato un nuovo gradino di un processo di islamizzazione iniziato con le polemiche sul crocifisso in classe e proseguito con la realizzazione della Moschea a Venezia». «Una situazione inaccettabile - prosegue il governatore -, anche perché priva di un requisito fondamentale come la reciprocità del rispetto degli usi, costumi, tradizioni, storia.
«La libertà di un individuo - ha aggiunto Zaia - finisce dove comincia quella di un altro. In questo caso uno dei principi fondamentali della convivenza civile non mi pare venga rispettato, stante che vengono piegate le nostre regole e abitudini sacrosante alle pretese di chi, ospite nella nostra terra, dovrebbe rendersi conto della diversità di cultura, usi e costumi». Secondo Zaia «portare oltre i limiti del buon senso l'accettazione di modi di vita lontani anni luce da noi, modificare le nostre regole di vita» viene visto da queste etnie «non come apertura culturale, ma resa identitaria. E un popolo che perde la propria identità non ha futuro».