Uccise l'ex fidanzata: condannato
a 30 anni l'avvocato Ciccolini

Mercoledì 8 Ottobre 2014
Vittorio Ciccolini e Lucia Bellucci

VERONA - Condanna a 30 anni di carcere in rito abbreviato oggi a Trento per l'avvocato veronese Vittorio Ciccolini. È stato giudicato colpevole per l'omicidio della ex fidanzata marchigiana, Lucia Bellucci, avvenuto il 9 agosto 2013 a Pinzolo, in Trentino.

Per Ciccolini, non presente in aula, l'udienza di oggi è iniziata alle 11.30 ed è terminata dopo quasi tre ore. Respinta come inammissibile un'ultima perizia della difesa, la condanna del giudice Carlo Ancona, oltre ai 30 anni di reclusione, ha deciso per l'avvocato veronese anche l'interdizione dai pubblici uffici e risarcimenti danni per il padre Giuseppe e la madre Maria Pia, per i loro due figli Elisa e Carlo, per il marito separato della Bellucci e per il suo compagno dell'epoca dell'omicidio. Risarcimento escluso invece per l'associazione anti-femminicidio Isolina, ma solo perché ritenuto da decidere in separata sede con giudizio civile. Le motivazioni sono attese entro 40 giorni.

«Ho apprezzato la rapidità con cui è stata emessa la sentenza - ha commentato il legale della famiglia Bellucci, Giuseppe Grandi - con un dispositivo che la famiglia prende in positivo, pur nel dramma totale di un simile caso. Si tratta di un episodio - ha aggiunto - che rientra in un fenomeno di estrema gravità sociale».

«Credo che anche la compostezza dei familiari documenti come si tratti di una vicenda drammatica in cui però non ci sono vincitori né vinti. La condanna segna comunque un momento di giustizia e ritengo il tipo di pena adeguato, nonostante i tentativi legittimi della difesa di arrivare a una soluzione diversa tra cui c'era stata quella dell'incapacità d'intendere e di volere per l'imputato». Ad affermarlo, dopo la condanna a 30 anni di reclusione, è l'avvocato Giulia Bongiorno, che pochi giorni dopo l'episodio aveva accettato con la propria associazione, «Doppia difesa», l'incarico di seguire nella vicenda giudiziaria la famiglia della vittima. «Il giudice - ha aggiunto Bongiorno - ha emesso la sentenza con grande lucidità, dando atto della gravità dei fatti. Non esultiamo, perché in questi casi non si esulta, ma un po' di giustizia è importante: questa sentenza dice che lo Stato italiano non accetta la violenza contro le donne. E "Doppia difesa" è accanto alle donne in questa battaglia, in cui una pena adeguata è uno dei tanti piccoli tasselli».

Ultimo aggiornamento: 16:57 © RIPRODUZIONE RISERVATA