Bomba "Report" su Verona:
«Gli affari dei calabresi in città»

Lunedì 7 Aprile 2014 di Massimo Rossignati
Ranucci al Bentegodi con l'oggi ex assessore Marco Giorlo
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VERONA - Filmati hard che terrebbero sotto scacco il sindaco di Verona. Appalti, nomine, parentopoli, favoritismi. Assunzioni di calabresi nelle controllare veronesi, come la Serit, l'azienda della raccolta rifiuti, in cambio di denaro e "servizi". Il caso "Giorlo" e i rapporti con personaggi calabresi quanto meno chiacchierati, come l'imprenditore dei rifiuti Raffaele Vrenna.

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E poi c'è Matteo Castagna, dipendente dell'Ater di Verona, l'azienda delle case popolari che, mettendoci la faccia, dice chiaro e forte: «Siccome avevo posto degli ostacoli a certe pratiche, mi sono sentito dire: "Se tu fossi in Calabria saresti già in un pilone di cemento"».

Mezzora di tv che piombano su Verona come una bomba. È il servizio di Report sul caso Verona, che finalmente ieri sera è andato in onda, praticamente evocato da Tosi con quella conferenza stampa e querela preventiva con l'accusa al giornalista Sigfrido Ranucci, registrato di nascosto da Sergio Borsato e Massimo Giacobbo, che poi hanno consegnato tutto a Tosi, di «usare denaro pubblico per montare una tesi ad arte per distruggere il sottoscritto».

Parte da lì Report, con una lunga introduzione di Milena Gabanelli, che racconta come in realtà quello del suo vice, Sigfrido Ranucci, avrebbe dovuto essere solo un pezzo di spalla, non un servizio d'apertura, nato da una delle tante segnalazioni che arrivano alla redazione. Ma poi, è scoppiato a Verona il caso Tosi, cioè il sindaco che querela "preventivamente" Ranucci e Report.

«In 17 anni non abbiamo mai pagato una fonte e tanto meno l'avremmo fatto questa volta - risponde subito Gabanelli -. Ranucci voleva solo capire se realmente esiste quel video, che qualcuno starebbe usando come mezzo di ricatto. Dopo tanti anni di onorata attività siamo caduti nel trappolone. Ma anche Ranucci aveva registrato, e quella parte in Procura non c'è andata. Ve la facciano vedere noi».

Il servizio di Ranucci parte dall'incontro con Borsato e con il suo compare, individuato poi, per Massimo Giacotto, che in realtà è quello con la telecamera nascosta per registrare Ranucci. Sul taxi Borsato parla di tangenti della Siram, azienda francese che si occupa di pulizia negli ospedali, e tira in ballo la moglie di Tosi, Stefania Villanova, oggi dirigente del settore sanità della Regione Veneto. Ma il fulcro di tutto resta quel video di festini hard. Ne parla un ex leghista che dice di averlo visto e che «c'era lui vestito da donna, truccato da donna. Io lo chiamavo il bunga bunga di Tosi».

«Siamo partiti dalla sua fondazione “Ricostruiamo il Paese” e da dove parte - dice la Gabanelli -. El leon che se maia el terron da dove parte? Da Crutun». E qui si vede subito Tosi ad un tavolo con alla sua destra Stanislao Giorlo, ed a sinistra di Tosi c'è Katia Forte. Anche lei come Giorlo di origini Calabresi. E la sera il gruppo si sposta in un ristorante dove c'è imprenditore Vrenna, «già condannato in primo grado per collegamento con la mafia, poi assolto, ma definito “imprenditore border line” dall'antimafia. Di Raffaelle Vrenna hanno parlato tre collaboratore di giustizia», racconta sempre Ranucci, e uno di questi collaboratori avrebbe testimoniato che «Vrenna gli avrebbe detto che adesso il partito che odia i terroni ce l'avevamo in mano».

Ma non solo: il servizio di Ranucci parla anche delle famiglie calabresi che si sono da anni spostate a Verona, come i Giardino, di cui è amico Francesco Sinopoli, candidato ed eletto Lista Tosi. Si parla di incontri in cui sarebbero stati presenti le famiglie Paglia, Marziano, il sindaco Tosi, il suo attuale vice Casari e Marco Giorlo. Si parla delle vacanze in Calabria di Tosi, Giorlo Giacino, l'ex vicesindaco di Tosi oggi agli arresti per una vicenda di tangenti. Della vicenda di Giorlo che viene denunciato per tentata violenza da una ragazza rumena, che poi ritira la denuncia in cambio di 5 mila euro che gli vengono consegnati da un calabrese. C'è Patrizia Badiii, una dei venetisti arrestati il 2 aprile, che pochi giorni prima racconta a Ranucci di un certo Filippi e di una tangente da 150 mila euro pagata da un moldavo per farlo lavorare all'interno del Quadrante Europa. E Filippi che si vanta: “Io Tosi lo tengo per i coglioni”. E torna fuori il filmino hard.

Ultimo aggiornamento: 8 Aprile, 17:46 © RIPRODUZIONE RISERVATA