«Non sapevo di essere indagato»

Sabato 25 Ottobre 2014
Da un lato la magistratura fa i suoi accertamenti, dall'altra la notizia del blitz dei carabineri del Nas compiuto davanti a molti pazienti del pronto soccorso gira a velocità della luce da un ambiente all'altro. La Procura resta tuttavia in silenzio, mentre gli indagati vivono un momento buio in attesa di capire come evolverà l'indagine.
Sotto accusa il primario del pronto soccorso, Giovanni Goigoux, coinvolto solo per non aver presuntamente vigilato sul suo sottoposto Marco Sommavilla, medico, chiamato in causa per una presunta commistione tra la sua posizione di medico del'Usl e quella di medico di medicina dello sport portata avanti nel suo studio privato in centro a Belluno.
Sotto la lente finisce anche l'infermiere del pronto soccorso R. D.C., anche lui appassionato sportivo e da molti anni volontario per la prima squadra dell'Union Ripa, con mansioni diverse. Per la stessa squadra si prodiga anche Sommavilla.
Contattato telefonicamente l'infermiere si limita a dire non sapere nulla, di aver letto solo dalla stampa il suo coinvolgimento nell'inchiesta.
«Sono profondamente amareggiato - afferma -, ho sempre lavorato onestamente e mi sono sempre impegnato con altrettanta onestà e passione per lo sport. Oggi (ieri, ndr) leggo dal giornale che sono indagato, ma io non so assolutamente nulla di questa storia e ancor di più mi spiace averla saputa in questo modo».
Intanto, i Nas hanno prelevato anche il computer di Sommavilla, quello dello studio privato. Si cercano riscontri alle ipotesi di accusa che, ad ora, restano ancora blindate sebbene orientate a dimostrare che posizione pubblica e privata del medico si intreccino con possibile danno per l'Usl.

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