«Riapriremo le vecchie Gabelli»

Martedì 16 Settembre 2014
BELLUNO - (A.Tr.) Si torna in aula: quest'anno alle scuole ci pensa il Comune. Inizio dell'anno sotto il segno dei tagli ma Palazzo Rosso fa quel che può; l'hanno dichiarato ieri l'assessore alle politiche scolastiche Valentina Tomasi e quello all'urbanistica Franco Frison, ricordando come tempi così neri, per il settore, non si vedevano da anni. «All'inizio del nostro mandato - ricorda Tomasi -, abbiamo ripristinato il contributo del Comune agli istituti comprensivi, tolto in passato, portandolo a 36mila euro nel 2013-2014 e a qualcosa di più per quest'anno. D'altra parte le scuole sono in difficoltà, dal ministero non ricevono più un centesimo e questo è una vergogna. La carta igienica la si portava da casa anche ai miei tempi, è capitato, ma ora l'intero sistema è sbagliato. Perché rendere gratuiti i libri alle elementari? Si potrebbe farli pagare in base al reddito e distribuire i fondi risparmiati. Noi vorremmo fare di più ma non ci è possibile perché hanno ridotto i fondi anche ai Comuni». I tagli hanno falciato insegnanti e bidelli e hanno ridotto il materiale didattico lasciando gli istituti boccheggianti. Nonostante tutto, però, l'assessore Frison nel suo saluto di inizio anno ad alunni e genitori delle Gabelli, la scuola che è un po' diventata il simbolo dei tempi difficili e della mancanza di fondi pubblici, ieri mattina ha lanciato un messaggio di speranza. L'edificio voluto da Pierina Boranga, chiuso in seguito ai crolli del 2009 e da allora abbandonato ad un progressivo degrado, in molti lo vorrebbero vedere sistemato e con le aule di nuovo piene di bambini; un sogno sostenuto anche da una raccolta firme promossa dal Comitato cittadini per il recupero delle Gabelli con l'intento di far rientrare la scuola tra i Luoghi del cuore Fai (Fondo ambiente italiano) 2014 e rilanciato ieri, pur senza entrare nei particolari, dall'assessore. «In Comune - ha assicurato Frison nel suo discorso - c'è un impegno costante nel ricercare finanziamenti per la scuola di Pierina Boranga, per permetterci di recuperarla e di restituirla alla sua città».

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