Artigianato: sparite 700 aziende

Venerdì 31 Ottobre 2014
.Crisi senza fine: artigianato made in Belluno in apnea. Sono 700 le aziende rimaste sul campo nella guerra alla crisi. Una mortalità che viaggia ad una media pazzesca: quasi 100 "funerali" all'anno. Le aziende artigiane attive in provincia di Belluno sono 5.216. Ma erano quasi 6mila nel 2008, prima che il ciclone della crisi si abbattesse sull'Italia. Dal 2008 ad oggi il calo è di circa 700 unità, ovvero quasi del 14%. Senza contare che le aziende rimaste in vita hanno dovuto ricorrere quasi tutte alla cassa integrazione. Il settore più colpito, a Belluno come altrove, è quello dell'edilizia: lo dicono i dati Istat. Le professioni artigiane più colpite dalla crisi economica in Italia tra il 2008 e il 2013 sono stati i muratori: meno 177.220 unità (- 24,7%). Seguono gli addetti del tessile, dell'abbigliamento e del legno che sono scesi di 109.250 addetti (-23,9%). Altrettanto pesante è stata la moria di posti di lavoro registrata tra i posatori, i serramentisti, gli idraulici e gli elettricisti: meno 100.240 unità (-18,2%). Sotto la soglia dei 100.000 ci sono i frigoristi: questa categoria ha perso 95.300 posti di lavoro (-19,2%); infine, i camionisti, che hanno visto il loro numero scendere di 50.100 unità (-8,3%). Secondo la Cgia di Mestre le cause della crisi nell'artigianato sono dovute al fatto che tra il 2008 e il 2013 il costo dell'energia elettrica è aumentato del 21,3%, quello del gasolio del 23,3%, mentre la Pubblica amministrazione ha allungato i tempi di pagamento di ben 35 giorni.
A Belluno la situazione non cambia. Le 700 aziende perse durante la crisi hanno ridotto i posti di lavoro. Dai dati Ebav le pratiche di licenziamento nei primi mesi del 2014 per la provincia di Belluno sono state 134. Senza contare che solamente una parte si rivolge allo sportello Ebav per richiedere il sussidio di 1.000 euro oltre a quello previsto dalla disoccupazione: insomma, «i licenziamenti nel settore artigianale rischiano di sfiorare le 200 unità» denuncia il Dipartimento Artigianato Cgil di Belluno. Fino al 2012 per i licenziati delle piccole imprese, qualora ne avessero avuto i requisiti, era possibile iscriversi alle liste della mobilità, garantendo particolari incentivi alle aziende che li avessero assunti. Eppure il numero di contratti non è affatto aumentato, perché mancano le commesse di lavoro.

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