Assalto per un contratto all'Usl 1

Mercoledì 20 Agosto 2014
Concorsi dell'Usl 1 presi d'assalto: la carica dei mille camici azzurri per un contratto di pochi anni. Dal centro Italia, dal sud e dalle isole per entrare nella graduatoria degli infermieri che l'azienda sanitaria impiegherà con contratti da massimo tre anni negli ospedali di Belluno e di Pieve. Su un totale di 935 domande arrivate solo 69, ovvero il 7%, appartengono a bellunesi. E di poco si discostano i numeri dei partecipanti al concorso per un posto di ostetrica, questo a tempo indeterminato: 745 le domande, di cui solo 11 ovvero l'1,5% provenienti da bellunesi. Sono i dati della crisi che ha colpito anche un settore in cui, per anni, la domanda è stata superiore all'offerta. Ora tutto è cambiato e, scorrendo la pila delle richieste di partecipazione, tra gli uffici amministrativi ci si chiede dove organizzare il concorso, forse servirà affittare un padiglione di Longarone Fiere. Non era mai successo. «Per un posto da ostetrica o da infermiere - spiega Francesco Favretti, direttore amministrativo dell'Usl1 - si ricevevano in media meno di cento domande, così è stato per anni. Ora si parla di quasi mille richieste, provenienti soprattutto dal centro e sud Italia. Gli infermieri, poi, si faceva proprio fatica a trovarli e le aziende assorbivano tutti i laureati; questo prima che i tempi mutassero. Il cambio di rotta lo si vede già da due-tre anni e questa massiccia migrazione di infermieri dal centro sud al nord è dovuta anche al commissariamento di molte regioni, da cui è derivata una politica che ha dato una forte stretta alla spesa della sanità e uno stop alle assunzioni». In particolare gli interessati al concorso per ostetrica provengono per il 20% dal centro Italia, per il 20% dal sud, il 17% dal nord ovest, il 9% dalle isole, il 3& dall'estero e il 31% dal Veneto; degli infermieri il 37% arriva dal sud, il 14% dal centro, il 17% dalle isole, il 25,5% da nord est, il 2% da nord ovest e il 4,5% sono nati all'estero. I bellunesi rappresentano uno sparuto 7%, 69 in tutto. «Facendo il conto - prosegue Favretti - per il posto di infermiere tra candidati nati all'estero, al centro e al sud Italia e nelle isole, si raggiunge il 72% delle domande totali, parliamo di due terzi. Questi dati, va da sè, fanno capire come nonostante il periodo di crisi sia difficile riuscire a dare lavoro ai professionisti locali. D'altra parte si tratta di posti da 1500-1700 euro netti al mese, non è poco».

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