Barbini, quattro motivi per scacciare i fantasmi

Venerdì 30 Gennaio 2015
Barbini, quattro motivi per scacciare i fantasmi
Manifattura e turismo. Ovvero presente e futuro. Le coordinate dell'economia bellunese secondo Luca Barbini. Il nuovo presidente di Confindustria Belluno Dolomiti è salito ufficialmente in sella ieri, dopo aver raccolto il testimone da Gian Domenico Cappellaro. Davanti, quattro anni di sfide importanti, per portare le imprese bellunesi fuori dalla crisi. E un programma semplice e chiaro: mantenere e rafforzare il settore manifatturiero. E poi puntare tutto sulla ruota del turismo. A tracciare la strada sono i dati oggettivi e il quadro della situazione attuale: da una parte 400 imprese associate a Confindustria che occupano il 65% del totale occupati in provincia nei settori manifatturiero e delle costruzioni; dall'altra parte, la presenza sul territorio bellunese di un bene naturale come le Dolomiti, che pur essendo patrimonio dell'umanità, non sono ancora state sfruttate a dovere dal punto di vista turistico. In mezzo, una perdita di quasi 5mila posti di lavoro (solo tra le imprese associate), divorati dalla grande crisi. «L'industria manifatturiera è e deve restare il cuore della nostra economia» ha esordito ieri Luca Barbini, con una frase che rischia di diventare un mantra per i prossimi quattro anni, la durata del suo mandato. E se la manifattura viene data per spacciata, ecco profilarsi la sfida: «Bisogna specializzarsi su alcune nicchie - ha sottolineato il neo presidente -. Il nostro territorio lo permette. Basta vedere cos'è il distretto dell'occhiale». Specializzarsi, però, è condizione necessaria, ma non sufficiente. La condizione indispensabile, quella senza la quale non si va da nessuna parte, rimane una sola: uscire dall'isolamento. Ovvero, infrastrutture. «La competitività del territorio passa attraverso il potenziamento delle infrastrutture - ha spiegato Barbini -. I punti sui quali intendiamo insistere sono la diffusione della banda larga, il completamento del collegamento stradale Alpago-Valsugana, il superamento del «collo di bottiglia» di Longarone, la realizzazione di uno sbocco a Nord e il rilancio della ferrovia. Per l'edilizia, dobbiamo puntare su una gestione strategica dei Fondi Brancher e sulle azioni concrete a tutela del delicato equilibrio idrogeologico del territorio». Sfide tutt'altro che semplici. Anche se Barbini individua due elementi su cui fare leva: «La presenza di una guida politica in Provincia e il cambio favorevole euro-dollaro. La prossima settimana definiremo la squadra. Poi si comincerà a lavorare».

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