Business dell'helisky: un convegno a Pieve

Sabato 29 Novembre 2014
Allo sci fuori pista Courmayer, Cervinia, Alagna Val Sesia, Madesimo e Bormio hanno già detto sì. E pure il vicino Trentino Alto Adige tollera il freeride. Intanto Belluno resta alla finestra, imbrigliata tra le norme dei comprensori sciistici e le ordinanze dei sindaci. «La tendenza è chiara, il freeride piace - va giù chiaro Lio De Nes, longaronese presidente del Collegio Guide alpine del Veneto che gira il quesito: «Ma siamo così grassi da rifiutare una fetta di turismo in netta espansione?». Per De Nes il treno va preso «ma occorrono regole condivise». Ecco che le guide chiamano gli interessati: albergatori, impiantisti, amministratori. A Pieve di Cadore - oggi, con inizio alle 15.30 - nella Sala della Magnifica Comunità si parlerà del mondo del fuoripista, tra prospettive e responsabilità. Nel confronto, moderato dal giornalista Rai Giuseppe Casagrande, si sceglierà come muoversi di fronte alla richiesta sempre maggiore.
I Comuni che, a tutt'oggi, autorizzano l'heliski sono Calalzo e Cortina: «Con paletti ben saldi nella tutela ambientale - precisa De Nes - sono permessi solo tre voli al giorno, in non più di tre giorni alla settimana, escluso sabato, domenica i giorni festivi».
Su questa attività oggi si confronteranno: i rappresentanti delle Guide alpine (Andrea Sarchi, presidente della Commissione tecnica nazionale, Davide Alberti, Paolino Tassi), maestri di sci delle scuole di sci di Cortina (Sebastiano Dablà e Filippo Menardi con il freerider professionista Massimo Braconi), avvocati esperti del settore (Marco Zambelli), operatori del Soccorso alpino (Fabio Bristot e Florio Da Rin). Con loro anche Francesco Sommavilla, responsabile del Centro Valanghe di Arabba, Giovanni Minella per l'Anef della Provincia di Belluno, Davide De Cassan per l'associazione albergatori.

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