Fabio Bristot nel consiglio fa infuriare l'opposizione

Sabato 20 Settembre 2014
BELLUNO - (D.T.) Se voleva essere un nome di rottura, è stato azzeccato al cento per cento. Perché la candidatura di Fabio Rufus Bristot al consiglio provinciale pare essere la migliore per spaccare gli equilibri interni al futuro ente di Palazzo Piloni, oltre che quelli (presenti) di Palazzo Rosso. Bristot, inizialmente, fu tra i più accaniti sostenitori della lista alternativa di Alessandra Buzzo ed è inevitabile che adesso il suo nome, inserito nel listone unitario di Daniela Larese Filon, desti più di qualche imbarazzo. Ma rischia di imbarazzare anche il sindaco di Belluno e la sua maggioranza. Ieri le minoranze di Palazzo Rosso (M5S escluso) hanno convocato una conferenza stampa per lanciare un potente j'accuse nei confronti del metodo con cui Massaro e la sua squadra hanno designato Bristot alla Provincia. Senza nascondere qualche critica allo stesso Bristot.
«Rufus Bristot non rappresenta certo l'unitarietà che è stata scelta come criterio dai sindaci» hanno tuonato Irma Visalli, Claudia Bettiol e Mirco Costa (Pd). «Ogni volta che Bristot ha avuto un incarico istituzionale l'ha lasciato a metà - ha aggiunto Claudia Bettiol -. E noi pensiamo di mettere in Provincia un consigliere che sappiamo benissimo essere pieno di impegni, per altro sapendo che nei precedenti incarichi si è sempre dimesso?». A far saltare i nervi delle opposizioni, dal Pd a Ida Bortoluzzi, da Maria Cristina Zoleo al Pdl, è però il metodo, definito «da contrabbando», con cui è uscito il nome di Rufus Bristot. «La conferenza dei capigruppo aveva definito i criteri di esperienza, competenza e condivisione, per delineare il nome del candidato consigliere - hanno spiegato Bettiol e Bortoluzzi -. E aveva suggerito una rosa di tre nomi da cui scegliere. Il sindaco è stato scorretto».(((tormend)))
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