Il "salva-Iat" bocciato dai sindacati

Sabato 22 Novembre 2014
BELLUNO - (d.t.) «Meglio pensare se questi amministratori sono quelli giusti». Sindacati contro Palazzo Piloni: primo round. Il casus belli ruota tutto intorno agli Iat, gli uffici di informazione e accoglienza turistica. E alla proposta lanciata dall'amministrazione provinciale per tenerli in vita fino a febbraio, in attesa che la Regione sblocchi i finanziamenti e la competenza del turismo passi definitivamente (e operativamente) di mano alla Dmo (destination management organization) e ai consorzi turistici.
L'idea della Provincia era semplice: si congela una parte dei premi produzione dei dipendenti e con quella cifra si tengono aperti gli Iat e si tengono al lavoro i 21 addetti.
La proposta, però, ha ricevuto il «no» secco dei sindacati. «Se l'unica idea che l'amministrazione provinciale ha per gestire i servizi è quella di usare soldi presi dai fondi contrattuali dei dipendenti, allora stiamo raschiando il fondo del barile ed è meglio chiedersi se questi amministratori sono le persone giuste per governare la Provincia - attacca Gino Comacchio, della Uil -. L'augurio per la nuova Provincia era ben diverso». Il sindacalista va oltre. E spiega il perché del «no» alla proposta di Palazzo Piloni. «La Provincia pretenderebbe di gestire servizi con soldi che spettano ai dipendenti per contratto - prosegue Comacchio -. Non era tecnicamente possibile avvallare questa proposta, perché dal punto di vista giuridico non si può interferire su quanto prescritto dal contratto nazionale. E poi non può essere una questione di solidarietà: lo sarebbe se la Provincia avesse le idee chiare, ma non si può chiedere un sacrificio ai lavoratori, circa 250mila euro, per poi navigare a vista, senza nessuna prospettiva».
La soluzione? Una sola, secondo i sindacati: battere i pugni in Regione. «La Regione sta tergiversando sul trasferimento di risorse e competenze alla Provincia - spiega Comacchio -. E la Provincia dovrebbe battere i pugni a Venezia. Non si tratta solo di tutelare i dipendenti, ma tutti i cittadini bellunesi e tutto il territorio».

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