In 2mila sul Cansiglio per rendere omaggio ai caduti dell'eccidio

Lunedì 15 Settembre 2014
In 2mila sul Cansiglio per rendere omaggio ai caduti dell'eccidio
Bandiere rosse, gonfaloni dell'Anpi e l'immancabile «Bella, ciao». A settant'anni di distanza, il Cansiglio ha ricordato ieri i caduti della Resistenza. Con la tradizionale cerimonia al monumento e un'appassionatissima orazione civile di don Luigi Ciotti, il fondatore di "Libera". Erano oltre duemila le persone che hanno voluto rendere omaggio alla memoria degli oltre 480 caduti in Cansiglio, tra partigiani e civili, durante la lotta di Resistenza al nazifascismo. Sezioni Anpi da tutto il Triveneto e non solo. Gonfaloni ed ex partigiani dal Bellunese, da Treviso, da Padova e da Pordenone. E anche una delegazione dalla Slovenia. Fasce tricolori di sindaci e amministratori locali, il consigliere regionale Sergio Reolon, la senatrice Laura Puppato, per ricordare la storia, quella con la «s» maiuscola, andata in scena tra i faggeti del Cansiglio nel cuore degli anni '40. In piena guerra, con l'Italia spaccata in due geograficamente e ideologicamente dopo l'8 settembre 1943, l'altopiano tra Belluno e Treviso fu teatro di scontri sanguinosi, in cui persero la vita decine e decine di partigiani. E proprio settant'anni fa (era il 9 settembre 1944), tra i boschi di Pian Cansiglio, le brigate partigiane della divisione «Nino Nannetti» evitarono il rastrellamento messo in atto da quasi quindicimila tedeschi e soldati repubblichini. L'appuntamento annuale di Pian Cansiglio, che si ripete ormai da venticinque anni ogni domenica di metà settembre, ha preso il via con la celebrazione della Messa davanti alla chiesetta alpina di Sant'Osvaldo. Ad officiare il rito, don Luigi Ciotti, che ha ricordato nell'omelia come i partigiani siano stati «i crocifissi morti per la libertà e la democrazia». «Il Signore non ci chiede baci ai santi e alla Madonna - ha continuato don Ciotti -. Ma ci chiede di sporcarci le mani contro le ingiustizie e per costruire la pace, come hanno fatto i partigiani in questi boschi, settant'anni fa». L'apice della celebrazione religiosa è stato toccato con la «preghiera del ribelle», prima del corteo verso il monumento ai caduti, sulle note di «Bella, ciao». La deposizione della corona di alloro è stata sottolineata dalle parole di Primo Levi, lette dal sindaco di Vittorio Veneto e dal ricordo di quei giorni terribili del settembre 1944.

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