«La donna bosniaca? Mai vista»

Sabato 30 Agosto 2014
«La donna bosniaca? Mai vista»
La donna dell'inchiesta della procura di Venezia sui reclutatori di jihadisti in Veneto da inviare potrebbe essere quella che ha preso in carico il piccolo Ismair David Mesinovic? Il bambino nato a Belluno il 4 settembre del 2011 non è più tornato dalla Siria dove era arrivato con il padre, che è morto poi in combattimento. L'ipotesi che la donna bosniaca potrebbe sapere dove si trova il piccolo di Belluno, deriva dal fatto che le ultime testimonianze sul figlio di Ismar Mesinovic, l'artigiano bosniaco residente a Longarone, morto a 36 anni combattendo ad Aleppo in Siria lo scorso gennaio, parlano di 2 donne bosniache che avrebbero preso in carico il bambino. Ieri la notizia che c'è anche una donna bosniaca tra le carte dell'inchiesta avviata dalla Procura di Venezia con l'ausilio del Ros di Padova sui reclutatori di jihadisti da inviare in Siria per combattere al fianco delle milizie dell'Isisci. Si sovrappone a quella delle donne bosniache che hanno preso il bambino, secondo le testimonianze. Potrebbe quindi sapere dov'è il piccolo?
Il bambino era arrivato con il padre in Siria dopo Natale del 2013. Mesinovic, da dove è partita l'inchiesta veneziana che studia gli ambienti e le persone da lui frequentati, è morto combattendo, ma il bambino sarebbe vivo. «Perché nessuno mi aiuta?», chiede la vedova da Ponte nelle Alpi, dove vive, madre che non sa più nulla del suo bambino da oltre 8 mesi. «Perché qualcuno non dice aiuto questa povera madre e viene qui e mi dà delle risposte? Io non so se è vivo, se mangia se sta bene. Non so più nulla». Forse la donna bosniaca potrebbe sapere, ma la vedova di Mesinovic non sa nemmeno chi possa essere questa donna al centro dell'inchiesta veneziana. Il marito era molto riservato e la moglie non ha mai visto amici, amiche o non ha mai saputo gli ambienti che frequentava. «Non ho idea di chi possa essere, ma spero che qualcuno mi aiuti», prosegue la signora Mesinovic.

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