Pd tra ribellioni, imbarazzi e dubbi

Lunedì 15 Settembre 2014
Il Pd perde i pezzi. Dopo la contrapposizione tra la segretria provinciale e l'onorevole De Menech da una parte, e la corrente Trento-Bressan dall'altra, ecco la faida: sette maggiorenti dell'ala più a sinistra del partito rompono gli indugi e dichiarano guerra. La nota di Omar Tonin (vicesegretario provinciale), Marco Reato e Piergiorgio Salvati (direzione Pd provinciale), Aldo Da Roit (segretario di circolo agordino), Nicola Zambelli (segretario di circolo Comelico), Stefano Bellotto (segretario di circolo Cadore9 e Renato Bressan (assemblea nazionale Pd) è eloquente: «Di fronte ad un imbarazzo crescente, chiediamo alla segretaria provinciale Erika Dal Farra e al segretario regionale Roger De Menech di smentire pubblicamente quanto riportato da più organi di stampa in ordine ad un presunto asse tra il Pd e Forza Italia attraverso il quale si configura una vera e propria spartizione di potere per le cariche di presidente della Provincia e il Consorzio Bim. Rimaniamo sconcertati di fronte al comunicato stampa a firma del segretario veneto Roger De Menech col quale si arroga il diritto di indicare chi farebbe il bene del territorio e chi no. Attraverso quel banale esercizio, che si chiama democrazia, nel caso si presentassero più candidati e liste, ognuno dovrà sentirsi libero di scegliere e sostenere chi riterrà più opportuno».
Intanto, Alessandra Buzzo corre verso Palazzo Piloni tra i dubbi di molti e la spinta, decisiva, del Bard. Il movimento autonomista, numericamente irrilevante tra i sindaci e i consiglieri dei 67 Comuni della Provincia, piazza il sindaco di Santo Stefano di Cadore in sella. Nonostante i dubbi della stessa Alessandra Buzzo. Che ieri sera era lì lì per fare un passo indietro, sollevatissima dall'arrivo di una nuova candidatura, trasversale e appoggiata anche da Lega Nord e parte del Centrodestra. Il nome di Lino Paolo Fedon, sindaco di Domegge, aveva suscitato gli entusiasmi del Pd di Guido Trento e Bressan, della segreteria provinciale del Carroccio e di una fetta non indifferente del Centrodestra. Non gli entusiasmi del Bard e di Fabio Rufus Bristot, intenzionato ad appoggiare Buzzo al di là di tutto e tutti.

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