«Per i nuovi vigneti c'è bisogno di regole»

Mercoledì 20 Agosto 2014
BELLUNO - (dt) Regole e buon senso per i vigneti e le produzioni agricole. A cominciare dalla revisione del regolamento di polizia rurale e dal Pat, il Piano di Assetto del Territorio (in pratica il nuovo Piano Regolatore), che il Comune di Belluno avvierà a breve. Se i vigneti si moltiplicano, e l'interesse dei produttori vinicoli in Valbelluna è ormai palese e conclamato, meglio cominciare a fare i conti con la presenza delle viti a fianco degli altri prodotti agricoli più tradizionali nei campi bellunesi. Per evitare che si crei (come già successo in alcune zone) una sorta di terrorismo attorno alle nuove produzioni, con tanto di allarme per l'uso indiscriminato di fitofarmaci e pesticidi. E soprattutto per valorizzare il territorio agricolo. Dopotutto, se i produttori di Prosecco hanno scelto Belluno e dintorni per impiantare viti e vendemmiare grappoli maturi, un motivo ci sarà. E allora, se il terreno di Centore, di Cor e di altre zone è in grado di produrre buona uva, tanto vale approfittarne. «Bisogna costruire un quadro che consenta allo stesso tempo la valorizzazione delle produzioni vitivinicole e la salvaguardia della salute pubblica, del territorio e delle biodiversità - spiega il consigliere comunale Irma Visalli (Pd), che sta lavorando alla stesura di un ordine del giorno ad hoc da presentare in consiglio comunale, con l'appoggio del Movimento 5 Stelle, già attivo in materia -. L'auspicio è che si riunisca a breve la seconda commissione, che secondo le indicazioni del presidente dell'Unione Montana avrebbe dovuto riunirsi prima di Ferragosto, per discutere dell'argomento». Le proposte vanno nella direzione di dotare il Comune capoluogo di un quadro preciso e di dare vita ad un tavolo con i Comuni vicini per uniformare le decisioni in materia agricola. «Il Comune deve prendere impegni concreti, per rivedere, con adeguata partecipazione del territorio e degli addetti ai lavori, il regolamento di polizia rurale e adeguarlo alle recenti normative - continua Visalli -. Si tratta di mettere dei paletti, senza fermare l'imprenditoria agricola».

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