Via dal paese a fine 2013 con la moglie e i tre figli

Mercoledì 3 Settembre 2014
CHIES D'ALPAGO (Si.P.) - «Sono stupito, l'ho appreso anch'io dai giornali e presto mi recherò ad incontrare i genitori».
È la reazione del sindaco di Chies d'Alpago, Gianluca Dal Borgo, alla notizia della scomparsa in Siria di Munifer Karamaleski, 26 anni, fino allo scorso anno residente nel comune con la moglie e tre bambini piccoli, due dei quali nati a Belluno.
Karamaleski, precisa il sindaco, lo scorso anno ha fatto domanda di cancellazione dall'anagrafe ed è partito con la famiglia per la Macedonia, suo paese d'origine. «Prima di procedere però in genere facciamo dei controlli, perché a volte gli immigrati ritornano, specialmente quando il grosso della famiglia rimane sul posto» aggiunge Dal Borgo.
A Chies rimangono infatti i genitori, che vivono in paese da otto anni - il padre lavora nell'edilizia - ed altri cinque fra fratelli e sorelle.
«Una famiglia tranquilla che non ha mai avuto problemi. Persone educate e gentili - conclude il sindaco - nonché perfettamente integrate».
Munifer Karamaleski ha lasciato l'Alpago, e l'Italia, alla fine del 2013 per tornare nella sua patria di origine, la Macedonia, con la famiglia.
Nello stesso periodo è partito dal Bellunese anche il bosniaco Ismar Mesinovic, l'imbianchino che viveva a Longarone, insieme al figlioletto Ismail David, che proprio domani compirà 3 anni.
La scusa era quella di trascorrere le vacanze di Natale con la famiglia in Bosnia e di far conoscere il figlioletto ai parenti.
Ma evidentemente sia Ismar che Munifer avevano già fatto la propria scelta. Tanto che di lì a poco si sarebbero arruolati nelle fila dell'Isis andando in Siria a combattere.
Ismar è rimasto ucciso il 4 gennaio ad Aleppo, colpito da un cecchino dell'esercito siriano. Di Munifer gira voce che sia morto a marzo, ma la famiglia afferma di continuare ad avere contatti con lui. Un mistero quello del 26enne macedone che va ad aggiungersi ad un altro giallo: quello del piccolo Ismail David che il padre avrebbe affidato proprio all'amico nella speranza di farlo crescere secondo gli stessi suoi principi religiosi.

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