Alfano: presto altre espulsioni

Lunedì 19 Gennaio 2015
Alfano: presto altre espulsioni
Il livello di sicurezza è stato «innalzato al massimo», perché «ci troviamo di fronte ad una minaccia immanente sostanzialmente imprevedibile, che può attuarsi in qualsiasi parte del nostro continente». Angelino Alfano apre le porte del Viminale la domenica, per confermare la notizia delle misure adottate e annunciare quelle che il governo presto prenderà contro la minaccia del terrorismo jihadista. Un pericolo che, proprio per la sua imprevedibilità, va fronteggiato potenziando l'intelligence e la tutela degli obiettivi sensibili (centrali elettriche, porti, aeroporti, ambasciate etc), ma anche con le nuove norme che martedì prossimo arriveranno all'esame del consiglio dei ministri e con la ”radiografia” di centinaia di persone sospette per azioni di proselitismo e per presunti rapporti con la jihad.
Il Comitato di analisi strategica antiterrorismo (Casa) - fa sapere Alfano - «è riunito praticamente in permanenza, le valutazioni sulle minacce sono aggiornate quotidianamente in base ai flussi di informazioni da altri Paesi».
Tutti i numeri forniti dal Viminale sono pertanto provvisori e destinati ad aumentare. A cominciare dai ”foreign fighters” passati dall'Italia per andare in Siria o nei Paesi dove si combatte in nome della jihad: erano 53 la settimana scorsa, sono diventati 59. Di questi, 14 sono morti, 5 sono italiani, due con doppia nazionalità, 25 stranieri collegati in vario modo all'Italia e 13 siriani partiti dal nostro Paese. Alfano non fa nomi, ovviamente. Ma il quinto italiano sarebbe una donna, la seconda dopo Maria Giulia ”Fatima” Sergio, la 27enne di Torre del Greco trasferitasi nel milanese e convertitasi all'islam nel 2009, dopo aver conosciuto un marocchino divenuto suo marito. Di ”Fatima” si sono perse le tracce lo scorso settembre. Sarebbe partita per la Siria. Altrettanto avrebbe fatto la seconda foreign fighter donna con cittadinanza italiana: una ventenne, di nascita marocchina e con un lavoro regolare nel milanese. Anche lei, dopo aver abbracciato il fondamentalismo islamico, sarebbe partita per il Medio Oriente. Su entrambe le donne indaga la procura di Milano.
In corso di aggiornamento anche la lista dei cittadini stranieri espulsi: sono dieci e a breve Alfano firmerà altri provvedimenti. «Saremo durissimi», preannuncia. Si tratta di persone che, assieme a molte altre centinaia, sono state ”radiografate” dall'Antiterrorismo, dal Ros dei Carabinieri e dall'intelligence. Nei loro confronti non ci sono indizi sufficienti per adottare provvedimenti giudiziari. Si è scelta così la via di allontanarli dal Paese per motivi di sicurezza nazionale, in accordo con gli Stati di provenienza. Per alcuni è stato usato anche l'appiglio dei documenti non in regola.
Alfano snocciola dati e prospetta scenari. Sul rischio di possibili infiltrazioni di terroristi tra gli immigrati che arrivano in Italia via mare «finora non è emerso alcunché» ma - aggiunge - «nessuno può escludere nulla e alcune procure sono al lavoro». Non lo dice, ma sono gli inquirenti di Palermo e Catania.
Il maggiore contributo alla prevenzione arriverà da quei paesi come la Turchia, divenuti un corridoio per il passaggio verso l'occidente di migliaia di profughi provenienti dalla Siria. E' tra loro che possono nascondersi potenziali terroristi.
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