ALLARME terrorismo

Giovedì 28 Agosto 2014
Nel centro del mirino ci sono anche loro, i rappresentanti dell'Islam moderato, quelli schierati in prima linea sui fronti del dialogo e dell'integrazione. Abdallah Khezraji, "marocchino di Treviso" come si definisce lui (è in Italia da più di vent'anni e la cittadinanza italiana gliel'ha conferita Giancarlo Gentilini, proprio l'ex sindaco sceriffo), oggi vice presidente della Consulta regionale per l'immigrazione, è tra questi. Punto di riferimento per tantissimi magrebini che lo contattano per i problemi più diversi e che in lui trovano uno sherpa per affrontare l'impervia strada dell'inserimento, Khezraji non ha mai avuto timori nel far sentire la sua voce a favore del dialogo tra italiani e immigrati.
Lo ha fatto anche un paio di settimane fa, per condannare senza mezzi termini le parole del giovane imam di San Donà espulso dall'Italia per una predica dai contenuti particolarmente violenti contro gli ebrei. Ebbene, stavolta c'è chi non ha gradito. E si è premurato di farglielo sapere. «Mi è arrivato un messaggio su Facebook - spiega Abdallah - in cui mi si attacca per il comunicato che ho dato ai giornali per il caso di San Donà. E chi scrive mi augura ogni male, diciamo così».
Forse non una minaccia vera e propria, ma un segnale preciso di intolleranza. «Non mi preoccupo - chiosa Khezraji - sappiamo che ci sono delle teste calde e uno dei compiti di noi moderati è proprio di isolare queste persone che, lo voglio sottolineare, sono una ristrettissima minoranza. Quello che scrissi sul giovane che tenne quel discorso in moschea a San Donà lo ribadisco: ha usato parole intollerabili sugli ebrei e le autorità italiane hanno fatto bene a espellerlo. Anche per dare un segnale preciso».
Il leader della comunità marocchina in Veneto anche nei giorni più caldi dello scontro sulla striscia di Gaza - un tema sensibile che ogni islamico deve gestire con cautela- non aveva avuto paura ad esporsi e aveva inviato alle agenzie un comunicato in cui si condannavano tutte le forme di violenza: «Pensiamo che l'unico modo per tornare al dialogo sia la costruzione di una memoria condivisa che superi la conflittualità e la contrapposizione. Esistono esempi che ci dimostrano che la convivenza tra due popoli è possibile». Dialogo, come si vede, sempre e comunque. E in questi giorni ancora più caldi, dove l'ombra dell'estremismo sembra allungarsi anche su molti giovani occidentali, Abdallah Khezraji si sta ancora una volta prodigando insieme ad altri personaggi autorevoli del mondo islamico in Veneto per mandare nuovi segnali di pace e collaborazione.
«Abbiamo contattato - spiega - la segreteria del Governatore del Veneto Luca Zaia, col quale abbiamo un ottimo rapporto, per avere un incontro. Vorremmo riunire tutti le nostre figure di spicco, i nostri teologi, per mandare insieme alla più alta autorità veneta un nuovo, forte segnale contro ogni estremismo. Crediamo che in questo momento così particolare debba risuonare più alta la voce dei moderati per far capire che siamo al fianco dei veneti e degli italiani per isolare ogni forma di violenza».
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