Dalla "cellula" di Belluno un altro morto per l'Islam

Martedì 2 Settembre 2014
Non era da solo lo jihadista Ismar Mesinovic quando partì dal Bellunese per andare a combattere in Siria contro l'esercito di Assad. Con lui c'era un amico, un altro bosniaco residente in Alpago, Munifer Karamaleski. C'era, perchè tutte le evidenze portano a concludere che sia morto e sia morto in battaglia anche lui. E tutte le inquietudini che hanno circondato la sparizione dell'imbianchino di Ponte nelle Alpi, uomo della porta accanto un giorno, fondamentalista pronto a morire in battaglia quello successivo, improvvisamente assumono contorni più precisi. E tinte più fosche. Ai piedi delle Dolomiti c'è più di qualche cellula dormiente o, nel migliore dei casi, ci sono stati negli anni quei reclutamenti con cui le organizzazioni islamiche più estremiste "formano" i nuovi guerrieri di Allah, disposti a sacrificare vita e famiglia per ideali che grondano odio e terrore. Insieme ai due c'era anche il figlioletto di Mesinovic, il piccolo Ismail David di tre anni, del quale si sono perse le tracce. Il padre l'avrebbe affidato all'amico, l'amico a due donne. Per ora le sue tracce si perdono fra la Bosnia, dove il piccolo era stato portato da Ismar per le vacanze di Natale del 2013, e uno sbarco in Siria che sembra rispondere alla più logica delle pianificazioni.
La vicenda di Ismar ormai è nota: l'uomo è stato ucciso da un cecchino dell'esercito governativo ad Aleppo, in Siria, il 4 gennaio. Le sue foto da morto sono state pubblicate su diversi siti internet insieme a quelle di altri quattro jihadisti bosniaci.
Sulla sorte di Munifer invece non vi sono certezze. Indiscrezioni vogliono che la sua morte risalga a marzo. Sempre in battaglia, sempre in terra siriana, sempre per la jihad.
Ma nessuna foto è in grado di testimoniare cosa sia realmente accaduto. Munifer si sarebbe preso cura del figlio di Ismar dopo la morte di Mesinovic, che glielo avrebbe espressamente affidato. I due adulti avrebbero poi traghettato il piccolo in Siria per destinarlo a un futuro da buon musulmano. Alcune testimonianze lo vogliono affidato a due donne. Probabilmente il suo futuro sarà in una madrassa, una scuola coranica, dove crescere nel rispetto di Allah.
Un mondo che la madre, Lidia Solano Herrera, cubana, per quanto convertita all'Islam per amore, non avrebbe mai potuto garantirgli.
Karamaleski, 30 anni, viveva con la numerosa famiglia (genitori, fratelli e nipotini), in Alpago, a Chies, nella frazione di Palughetto. Anche lui frequentava il centro islamico di Ponte nelle Alpi, insieme a Ismar. Non è chiaro dove sia avvenuto il reclutamento dei due balcanici. Per Mesinovic si è parlato di un incontro decisivo, avvenuto a Pordenone a metà del 2013, con un predicatore bosniaco salafita molto noto tra gli integralisti islamici. Potrebbe essere stata questa la scintilla che ha acceso anche l'animo di Munifer convincendolo a lasciare famiglia, affetti e lavoro per combattere in Siria nel nome di Allah.
Sulla bacheca Facebook di Munifer le pubblicazioni si interrompono bruscamente a novembre. Fino ad allora il giovane aveva pubblicato immagini forti della guerra siriana, link ad altri siti non solo di ispirazione islamica, immagini scattate con altri confratelli nel Bellunese. C'è anche un video girato in Alpago nel quale si mostra senza commento alcuno la piazza di Puos.
Qualcuno però alcuni giorni fa ha pubblicato, a suo nome, una foto che ritrae un giovane padre con tre figli piccoli. Non è chiaro se si tratti di Munifer e se sia, nel caso, un ricordo messo da chi gli voleva bene. Anche sulla bacheca di Ismar Mesinovic, dopo la morte, ci sono state numerose pubblicazioni con il suo stesso account.
Ma tutto questo non contribuisce a chiarire il mistero di due vite: quella del piccolo Ismail David Mesinovic, destinato a un futuro da guerriero di Allah, e quella di Munifer Karamaleski, probabilmente già morto e sepolto nella terra in cui ha combattuto.
© riproduzione riservata

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci