Emilia Romagna al voto con l'incubo astensione

Sabato 22 Novembre 2014
BOLOGNA - Tutti contro tutti, ma, soprattutto, tutti contro l'astensione. L'affluenza alle urne in una terra che ha sempre brillato per la fedeltà elettorale è l'incognita maggiore delle elezioni regionali di domani in Emilia-Romagna. La mancanza di un traino nazionale, l'assenza della percezione di una competizione aperta e una certa disaffezione dovuta anche alle inchieste della magistratura sui fondi ai gruppi regionali, potrebbero fare di quella di domenica l'elezione con l'affluenza alle urne più bassa della storia dell'Emilia-Romagna. Domani si voterà anche in Calabria. Complessivamente saranno chiamati alle urne 5,4 milioni di elettori.
In Emilia Romagna dopo l'arrivo di Renzi a sostegno di Stefano Bonaccini, il centrodestra ha schierato i big (a sostegno di Alan Fabbri sono arrivati, oltre al sempre presente Matteo Salvini, anche Giovanni Toti, Renato Brunetta e Ignazio La Russa) e anche il Movimento 5 Stelle, con Beppe Grillo rimastosene alla larga, ha portato il vicepresidente della Camera Luigi Di Maio a sostegno di Giulia Gibertoni.
Stefano Bonaccini, candidato del centrosinistra e vincitore annunciato, teme che una percentuale di votanti inferiore al 50% possa in qualche modo delegittimare una vittoria che nessun pronostico si sente di mettere in dubbio. Ha chiuso la sua campagna elettorale a Casa Cervi, nel Reggiano, luogo simbolo della Resistenza. «Invito tutti ad andare a votare - ha detto - perché decenni fa ci fu chi sacrificò la vita per permetterci di avere diritto di voto, parola e critica».
Nel centrodestra rimane protagonista la Lega, con il suo candidato con i capelli lunghi ed il look da rocker di provincia che hanno fatto storcere il naso a Berlusconi. Gli obiettivi di Salvini (che in questa campagna elettorale ha messo anima e corpo) sono due: portare la coalizione davanti al Movimento 5 Stelle e riuscire nello storico sorpasso di Forza Italia. Due condizioni che non basterebbero per strappare al centrosinistra la regione rossa per eccellenza, ma sarebbero sufficienti per accreditarsi come candidato leader del centrodestra.
Un po' di apprensione c'è anche nel Movimento 5 Stelle, che forse più di altri potrebbe essere penalizzato dall' astensionismo. Il test emiliano-romagnolo è guardato con grande attenzione e potrebbe sconvolgere anche qualche equilibrio interno, fra i fedelissimi di Casaleggio e gli attivisti più vicini al sindaco di Parma Federico Pizzarotti.
Completano la griglia di partenza Alessandro Rondoni (Ncd-Udc), Cristina Quintavalla (Altra Emilia-Romagna) e Maurizio Mazzanti (Liberi cittadini).
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