I vescovi al governo: basta slogan ora l'agenda politica va riscritta

Sabato 27 Settembre 2014
I vescovi al governo: basta slogan ora l'agenda politica va riscritta
ROMA - «L'agenda politica» va ridisegnata dando «priorità a famiglia, lavoro, giovani e ai temi della formazione e della scuola, ma non annunciandoli, affrontandoli veramente». Anche per il governo Renzi il tempo degli «slogan» è finito. Il segretario generale della Cei, monsignor Nunzio Galantino, suona la sveglia ai ministri (mentre sul premier precisa «mi è simpatico, il problema non è lui ma la politica»), ed interviene anche sul dibattito caldo intorno all'articolo 18 dello Statuto dei lavoratori (licenziamenti individuali) per dire no allo «scontro sterile», con un richiamo anche ai sindacati. Da Detroit arriva la risposta del premier: «Rispetto ogni tipo di considerazione che venga dalla Cei o da altri».
Al centro della conferenza stampa al termine del Consiglio permanente, la Cei colloca il problema dell'occupazione. «Bisogna guardare - ammonisce Galantino - con più realismo alle persone che non hanno lavoro e che cercano lavoro. Il dibattito sull'articolo 18 è meno centrale, io vi vedo troppe bandiere che sventolano». Preoccupa, secondo il numero due della Cei, che «temi decisivi» come quello della riforma delle regole del lavoro vengano affrontati «solo in termini di scontro». Così, avverte, «ci saranno morti da una parte e dall'altra e soluzioni a mezz'aria che non affrontano con serietà il tema oggi drammatico».
Monsignor Galantino ne ha anche per i sindacati: «È vero che molta loro politica è andata e va tuttora, ahimé, nella direzione del conservare l'esistente: vogliamo volgere lo sguardo avanti?». Ciò è possibile, sottolinea, solo ragionando «senza la preoccupazione di dover tenere alta la propria bandiera». Invece, sferza, «c'è troppa gente nei sindacati e nella politica che bada al numero dei propri iscritti più che occuparsi delle soluzioni ai problemi».
Ma quale giudizio dà la Cei sul governo italiano, dopo aver espresso nel comunicato finale dei lavori «timori per la disponibilità al riconoscimento delle cosiddette unioni di fatto o all'accesso al matrimonio da parte di coppie di persone dello stesso sesso»? Premette Galantino: «Se si vuole mettere anche la Cei oltre al Corriere della Sera e all'amministratore delegato Fiat, tra quanti si interessano della persona di Matteo Renzi» per dire se è o no «simpatico, io non sono interessato». «Quando invece i vescovi - spiega quindi - dicono che al di là di promesse e slogan c'è il pericolo che si sia sordi a promuovere interventi fiscali a sostegno della famiglia, vuol dire che noi diamo già un tipo di giudizio: la famiglia non è seriamente e correttamente messa al centro della politica italiana».
Poi aggiunge: «Da parte mia ci metto anche la scuola. Che cosa stiamo facendo - chiede - per investire su questo fronte?» Le bacchettate di Galantino raccolgono il plauso di Forza Italia con Renato Brunetta che si dice «totalmente d'accordo con le preoccupazioni della Cei, occorrono fatti, basta parole», e con Maurizio Gasparri che invita Renzi a «pensare alle famiglie». Dal Pd replica invece a Brunetta e Gasparri il deputato Edoardo Patriarca: «Non siano superficiali, non usino a proprio uso e consumo» i moniti Cei. Mentre per Lorenzo Guerini, vice segretario del Pd, le parole dei vescovi sono «un importante appello rivolto a tutti gli attori politici». In serata interviene replica il segretario della Cgil, Susanna Camusso: «Abbiamo interpretato le dichiarazioni della Cei come un invito al governo a non generare un drammatico scontro sociale sui temi dei diritti e del lavoro». Chiosa il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti: «Siamo convinti di essere molto concreti: le cose che stiamo facendo sono di sostanza».

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci