Il Patriarca: «È un dovere rispettare le regole»

Sabato 20 Dicembre 2014
Venezia sommersa dagli scandali preoccupa e non poco il patriarca Francesco Moraglia. Dopo il ciclone che si è scatenato sul Mose, causa delle dimissioni del sindaco Giorgio Orsoni, l'immagine della città viene adesso ulteriormente oscurata dalle notizie sul giro malavitoso attorno al Tronchetto. Un'altra tegola, su cui fa sentire la sua voce anche il numero uno della diocesi, che ieri ha celebrato la messa di Natale per il mondo del lavoro alla Raffineria Eni di Porto Marghera. «Più che chiederci cosa stia succedendo, bisognerebbe interrogarsi perché stia succedendo» ha detto mons. Moraglia, a margine della celebrazione, dialogando con i giornalisti.
«Purtroppo, talvolta capita che le leggi dovrebbero essere più semplici e soprattutto più certe, per garantire un sistema di tutele maggiore. E invece, come si dice, fatta la legge si trova il modo per aggirarla e questo non va bene. Dovremmo allora sempre ricordarci che lo Stato è a disposizione della società, ma prima di tutto deve venire la società. Questo per dire che non basta la legge, specie quando viene per l'appunto elusa, ma l'appello in ultima battuta dev'essere rivolto sempre all'uomo. Prima di tutto spetta ad ogni persona, in coscienza, rispettare le regole che vengono date».
Durante la messa, parlando del lavoro, aveva detto: «C'è la necessità di impegnarsi su una filosofia del lavoro, che dobbiamo raggiungere e che fatichiamo a mantenere. Dobbiamo anche pensare che il lavoro nasce sempre dalla persona ed ecco che il posto di lavoro è in mano veramente a tutti». Aveva rilevato che «tante cose, sul posto di lavoro, sono affidate anche alla nostre relazioni personali. Dove nascono le nostre relazioni personali? Da quello che siamo, perché certe volte un dirigente, un tecnico, un quadro dello stabilimento, ma questo vale anche per il vescovo, non hanno voglia di ridere». E riflettendo sulle tante situazioni di crisi, ha concluso: «Hanno tutt'altro che voglia di ridere. Eppure cercano di sorridere, non solo con le labbra, ma in tanti altri modi».
Sul momento difficile che sta attraversando Venezia, sempre ieri si è espresso anche il commissario prefettizio Vittorio Zappalorto, alla guida dell'amministrazione proprio da quando si è dimesso Giorgio Orsoni. «Tra inchieste e problemi di bilancio sono stato sfortunato ad intervenire in questo che è il momento peggiore per la città», ha affermato intervenendo alla cerimonia di inaugurazione del padiglione Aquae di Expo Venice, al Parco scientifico tecnologico Vega.

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci