La latitanza di Dell'Utri finisce nell'albergo dei vip

Domenica 13 Aprile 2014
Marcello Dell'Utri comparirà domani davanti ad un giudice libanese per la convalida dell'arresto richiesto dall'Italia. L'ex senatore è stato arrestato, dai servizi segreti locali, nella notte tra venerdì e sabato, nel lussuoso hotel Phoenicia, affacciato sul porto turistico della città. All'arresto ha assistito un funzionario di polizia italiano, presente con alcuni colleghi già da alcuni giorni in quella che era una volta “la Parigi d'Oriente”. Dall'albergo Dell'Utri è stato trasferito in una stazione di polizia, dove è stato raggiunto da personale consolare italiano che gli ha offerto l'assistenza di rito. Dell'Utri non avrebbe fatto richieste né avrebbe commentato l'arresto. Alla polizia locale avrebbe consegnato oltre al passaporto alcune decine di migliaia di euro di cui era in possesso.
La notizia dell'arresto è stata data, a margine di una riunione di Ncd, dal ministro dell'Interno Angelo Alfano, mentre quello della Giustizia, Andrea Orlando, ha firmato la richiesta di estradizione. Una richiesta che comunque non potrà essere esaminata nell'udienza di domani, perché il rito libanese prevede che ciò avvenga solo dopo la convalida dell'arresto.
LE TAPPE - Tra l'Italia e il Libano vige dal 5 aprile del 1975 un accordo di estradizione. Le sue clausole consentono la consegna di “individui che sono perseguiti per crimini o delitti puniti dalle leggi delle parti contraenti con una pena restrittiva delle libertà di almeno un anno” e degli individui che sono condannati, in contraddittorio o in contumacia dai tribunali dello stato richiedente per crimini o delitti puniti dalla legge dello stato richiesto con pena restrittiva della libertà di almeno sei mesi”. Su Dell'Utri pende una condanna a 7 anni per concorso esterno in associazione mafiosa non ancora esecutiva, ma che tale potrebbe diventare 24 ore dopo la pronuncia del giudice libanese sull'arresto, ove la Cassazione dovesse confermare il verdetto della Corte d'Appello.
LA STRATEGIA - Quale strategia processuale adotterà l' ex senatore? Il suo avvocato Giuseppe Di Peri ha osservato che se Dell'Utri avesse inteso sottrarsi agli obblighi processuali non avrebbe scelto il Libano, Paese che ha un trattato di estradizione operante da oltre 40 anni con l' Italia. Ci sarebbe la prova - conclude - che Dell'Utri non è fuggito. C'è poi un articolo del trattato che tra i casi di diniego stabilisce che “l'estradizione non sarà concessa se l'infrazione per la quale è domandata è considerata dalla parte richiesta di materia politica o connessa a tale infrazione”. E non è certo un mistero che Dell' Utri ha tacciato la ventennale vicenda giudiziaria che lo riguarda come originata da una matrice politica.
Infine non bisogna dimenticare che ancora poche ore prima dell'arresto l'ex senatore aveva dichiarato di non volere sottrarsi alla giustizia: dunque, se rinunciasse ad una battaglia processuale in Libano, potrebbe egli stesso richiedere il rimpatrio.
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