La Ue apre, ma i patti restano

Martedì 27 Gennaio 2015
La zona euro è pronta a collaborare con il governo di Alexis Tsipras per permettere alla Grecia di rimanere nella moneta unica, ma Atene dovrà rispettare le regole su cui si fonda l'unione monetaria e continuare sul percorso di riforme avviato dall'esecutivo di Antonis Samaras. È questo, in sostanza, il messaggio che è arrivato ieri dalle principali istituzioni comunitarie e dai leader europei, dopo il trionfo di Syriza nelle elezioni legislative domenica. «Siamo aperti alla discussione, ma su una cancellazione parziale non penso che ci sia molto sostegno», ha avvertito il presidente dell'Eurogruppo, l'olandese Jeroen Dijsselbloem. «Non vedo l'ora di lavorare insieme a beneficio dei cittadini della Grecia», ha detto il presidente della Commissione, Jean-Claude Juncker, congratulandosi con Tsipras per il successo elettorale: «Promuovere occupazione e crescita sostenibile, mentre si continua ad assicurare la responsabilità di bilancio, è una sfida comune per tutta l'Unione Europea». Anche il Fondo Monetario Internazionale «è pronto a lavorare» con il governo, ha detto la sua direttrice Christine Lagarde. Secondo il ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan, ci sono due messaggi che arrivano dalle elezioni greche: «Il primo è che in Europa bisogna creare più crescita e lavoro. Il secondo è che la soluzione a questi problemi deve essere una europea».
Juncker ha chiesto a Tsipras di andare a Bruxelles «il più presto possibile». Un analogo invito per una visita all'Eliseo è pervenuto al premier greco dal presidente francese, François Hollande. Dijsselbloem, dopo una conversazione con il probabile futuro ministro delle Finanze di Atene, ha detto che «la nostra ambizione è che la Grecia rimanga nell'euro». Ma il presidente dell'Eurogruppo ritiene che sia «troppo presto» per entrare nel dettaglio dei negoziati e delle possibili concessioni a Tsipras. L'approccio è «pragmatico», ma prima «vogliamo sentire quali sono le loro intenzioni» sul futuro del programma di assistenza finanziaria concesso alla Grecia, ha detto Dijsselbloem, ricordando che «i problemi maggiori dell'economia greca non sono scomparsi» con le elezioni. Per Padoan, serve «una soluzione compatibile con gli equilibri esistenti e sostenibile nel tempo». Ma l'ipotesi di cancellare una parte del debito, come chiesto da Tsipras in campagna elettorale, è esclusa dai responsabili della zona euro. «La Grecia deve pagare, sono le regole del gioco», ha avvertito Benoit Coeuré, membro del board della Bce: «Non c'è spazio per azioni unilaterali». Cancellare il debito greco significherebbe «fare un regalo» da 240 miliardi a Atene, ha detto Coeuré, sottolineando che l'esposizione verso la Germania è di 60 miliardi e quella verso la Francia - analoga all'Italia - è di 40 miliardi.
«Non possiamo imporre nulla alla Grecia, ma ci sono regole e accordi», ha detto il ministro delle Finanze tedesco, Wolfang Schäuble. «L'appartenenza alla zona euro significa che deve rispettare tutto ciò su cui ci siamo messi d'accordo insieme», ha ricordato Dijsselbloem, che prevede «colloqui difficili». A Bruxelles ha creato sorpresa la scelta di Tsipras di allearsi con i populisti di destra dei Greci Indipendenti, invece di puntare su una coalizione con il partito To Potami, considerato centrista e europeista. «Non è di buon augurio», dice una fonte. Inoltre, l'emergenza finanziaria potrebbe riprendere il sopravvento. Secondo alcune indiscrezioni, è in corso una seria fuga bancaria che sta mettendo le banche greche sotto pressione e solleva preoccupazioni dentro la Bce e il Fmi. Anche la campagna elettorale e le prime misure adottate da Tsipras rischiano di far salire il conto, destabilizzando le finanze pubbliche di Atene.
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