Nel 2013 la Regione aveva bloccato le rate del centro di Boara

Venerdì 22 Agosto 2014
Che qualcosa non fosse del tutto chiaro la Regione dove averlo capito da tempo, visto che dal 2013 ha bloccato qualsiasi pagamento per gli ammortamenti del Centro cottura della Serenissima, la "rata" che era stata decisa nel 2009 quando l'allora sanità decise di pagare la struttura. E intanto il governatore Luca Zaia chiede che si faccia chiarezza presto. «Nell'interesse dei veneti e delle persone coinvolte, mi auguro che, considerata anche la delicatezza del caso, nel più breve tempo possibile sia fatta massima chiarezza sulla vicenda», commenta. E dopo la decisione della Corte dei Conti, piove sul bagnato. Il gruppo consigliare del Pd ha chiesto l'immediata attivazione dell'Ispettivo regionale per verificare l'attività amministrativa contabile avviata all'epoca dei fatti. Per l'ex manager Adriano Cestrone, tra le persone coinvolte "tutto è regolare. Non è vero che non ho fatto la gara. Quando ero dg avevo già consegnato tutta la documentazione alla Guardia di finanza - conclude - poi non so cosa sia successo. Di certo darò tutto al mio avvocato e vedremo quanto costerà questa cosa allo Stato e vedremo anche alla fine chi avrà ragione».
Duro invece il commento dei sindacati. «È giusto vengano verificate le responsabilità ma tra i quaranta finiti nel mirino della magistratura - commenta Giancarlo Gò della Cgil - c'è una persona che ha avuto un ruolo puramente tecnico, facente parte il personale del comparto quindi non dirigente, che di fatto non poteva intervenire direttamente sulle scelte. A questa persona, non coperta da assicurazione, sono stati chiesti 2 milioni e 83 mila euro. Stiamo pensando, per lei, a un sostegno di tipo legale». Per Fabio Turato della Cisl «la questione è grave; ricordiamo che con la spending review abbiamo avuto una riduzione dei contratti in essere del 5% a scapito dei lavoratori della Serenissima, che si sono visti assottigliare le buste paga, e contemporaneamente un aumento dell'attività per gli operatori socio-sanitari, già appesantiti di mansioni. Ora temiamo per i posti di lavoro». È scandaloso, rileva Stefano Tognazzo della Uil, «che a rimettercene sia la collettività; ci auguriamo che chi ha effettivamente sbagliato paghi, di persona e che non sia Pantalone».
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