No-euro giù, l'Olanda ribalta i sondaggi

Sabato 24 Maggio 2014
BRUXELLES - Sondaggi smentiti in Olanda: gli euroscettici crollano. In Gran Bretagna invece, previsioni confermate.: dell'Ukip in Gran Bretagna già suggellate dalle prime urne. All'orizzonte, invece, lo tsunami del Front National in Francia, che l'ultimo sondaggio dà primo partito mentre sono aperte le urne in Irlanda e Repubblica ceca, dove se i partiti euroscettici non sono predominanti sarà l'astensionismo a farla da padrone. È questo il quadro in chiaro-scuro delle prime battute delle europee, mentre nella maggior parte dei grandi paesi Ue s'infiammano le ultime ore della campagna elettorale. La temuta ondata populista ed euroscettica, attesa a sconquassare il prossimo Europarlamento, è partita inaspettatamente un po' azzoppata. A farne le spese, il leader del Partito per la libertà (Pvv) olandese che, anziché cavalcarla come prevedevano i sondaggi, ne è invece rimasto risucchiato. Un esito «sorprendente» ma accolto con favore dal presidente dell'Eurogruppo e ministro delle finanze Jeroen Dijsselbloem. Abbandonato dal suo stesso elettorato, che ha preferito disertare le urne piuttosto che rispondere alla chiamata di guerra per «distruggere da dentro» il «mostro di Bruxelles», Geert Wilders ha quindi dovuto riconoscere un «risultato deludente», bloccato al palo del 12,2%, in netto calo rispetto al 17% del 2009 e ben al di sotto delle sue speranze di sfondare quota 20%. Gli exit poll concordano infatti nell'assegnargli solo 3 eurodeputati contro i 5 della legislatura uscente, anche se i risultati arriveranno solo domenica sera, e l'ossigenato più famoso d'Olanda spera ancora di strappare un quarto europarlamentare. Sfuma così l'ambizione di imporre le sue condizioni per l'alleanza a Strasburgo con il Front National di Marine Le Pen che, invece, gli ultimi sondaggi continuano a dare primo partito di Francia con il 23%, precedendo la destra dell'Ump al 21% e nettamente davanti al Ps al governo relegato al 16%. Un dato che - se è anche un 'no' all'Europa - rappresenta soprattutto una bocciatura senz'appello del presidente francese Francois Hollande. Unico dato positivo in ottica europea, il fatto che Le Pen non potrà, salvo cambiamenti di posizione, guardare a Londra per accrescere la sua compagine anti-Ue, di cui farà parte anche la Lega. Se ancora non vi sono dati per il voto europeo della Gran Bretagna, questo dovrebbe seguire l'andamento del voto locale in cui l'Ukip dell'euroscettico Nigel Farage si afferma - centrando così il suo obiettivo - terzo partito del Paese con il 17%. Il leader che vuole portare fuori la Gran Bretagna dall'Ue si è finora sempre distanziato dalla Le Pen per la retorica razzista e antisemita che il partito ha alimentato, e ancora qualche giorno fa, quando Jean-Marie Le Pen si è lanciato nell'uscita-shock su ebola e immigrati, sono piovute critiche e condanne. Contesto diverso per il voto in corso Irlanda e Repubblica ceca, dove Dublino esce dal programma di aiuti Ue-Fmi lacrime e sangue ma non ci sono partiti eurofobi, mentre a Praga, poco europeista, i partiti euroscettici sono dati in calo rispetto al passato. Oggi saranno poi chiamati al voto Malta, Lettonia e Slovacchia, mentre si concluderà il voto dei cechi. I paesi dell'Est, tradizionalmente con un alto astensionismo, sotto la minaccia della crisi ucraina dovrebbero premiare i partiti pro-Ue, ad eccezione dell'Ungheria dove il partito dell'estrema destra antisemita Jobbik è dato al 17%.

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