Ostruzionismo, ira del Colle Il Pd contesta la linea Grasso

Giovedì 24 Luglio 2014
Ostruzionismo, ira del Colle Il Pd contesta la linea Grasso
ROMA - Il Senato vota (e respinge) i primi tre emendamenti al ddl del governo sulle riforme e li boccia: ma non è un successo perché questo avviene solo al sesto giorno di sedute dell'Aula, e occorrono ore e ore per tre votazioni. L'ostruzionismo sta facendo spazientire la maggioranza con il Pd che attacca il presidente del Senato, Piero Grasso, reo di aver accordato criteri piuttosto larghi di concessione del voto segreto richiesto da Sel e anche da M5s, che in passato aveva fatto del voto palese uno dei suoi cavalli di battaglia. A complicare il quadro anche questioni politiche interne ai partiti. Il muro contro muro sta allarmando a tal punto Giorgio Napolitano da costringerlo ancora a farsi sentire. Un pressing duro, coadiuvato da una girandola di contatti, che porta ambienti parlamentari a ragionare su possibili vie di uscita rapide, come il contingentamento dei tempi o una apertura del governo a possibili modifiche.
Dunque, a far salire la tensione, già alta, ci ha pensato la decisione di Grasso di tenere le maglie larghe sulle 920 richieste di voto segreto avanzate da Sel, il partito che ha presentato 5.900 emendamenti dei 7.850 totali. Di per sè uno scrutinio segreto non fa perdere più tempo di quello palese (sul tabellone non si vede chi ha votato a favore e chi contro). Ma la decisione di Grasso ha provocato «l'irritazione» di Luigi Zanda, capogruppo Dem, e di tutto il gruppo, perché ritengono che incoraggi il "boicottaggio". D'altra parte - afferma invece chi è favorevole - la decisione di Grasso aiuta a svelenire il clima. Anche di questo hanno parlato Grasso e Napolitano al Quirinale in serata. Il capo dello Stato ha insistito «sul grave danno di una paralisi decisionale su un processo di riforma essenziale». E Grasso ha convenuto evidenziando «le gravi difficoltà rappresentate da un ostruzionismo esasperato con un numero abnorme di emendamenti».

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