Renzi ai senatori: da voi dipende il futuro del Paese

Martedì 29 Luglio 2014
Renzi ai senatori: da voi dipende il futuro del Paese
ROMA - Bastone e carota: si potrebbe riassumere così, con un'immagine abusata, la linea che Matteo Renzi ha avviato alla vigilia del forcing in Aula sulla riforma del Senato. I contatti con dissidenti e opposizione, spiegano fonti dem, vanno avanti «con pazienza» ma non cambia per il premier il punto di partenza: si tratta su contenuti e tempi solo se la minoranza accetta di ritirare prima la gran parte degli emendamenti. «Altrimenti staremo in Aula il tempo che serve», non molla di un millimetro il presidente del consiglio.
Anche per smentire l'accusa di autoritarismo, «un modo di litigare con la realtà», ha sostenuto Renzi nella lettera ai senatori della maggioranza, il premier lancia l'ultima chiamata ai frenatori delle riforme. Alla maggioranza si rivolge, prendendo carta e penna, e richiamando tutti alla «svolta storica» della realizzazione delle riforme. E «all'umiliazione» di sprecare il tempo su «emendamenti burla» e «argomenti assurdi». Davanti alla «strumentalità» di questi comportamenti, il premier seguirebbe la via dritta dello scontro ma fino a domani si cercherà di trattare. «La trattativa procede se si riduce il numero degli emendamenti» è la «conditio sine qua non» del governo e dei vertici del Pd. E nel pacchetto di dialogo Renzi ha anche inserito temi molto cari alle opposizioni, come Sel e M5S: l'apertura a modificare i nodi delle soglie e delle preferenze quando a settembre riprenderà la discussione a Palazzo Madama.
Tattica forse mirata a portare a casa la riforma del Senato, ma sicuramente una mano tesa a rimescolare le carte. Sempre che, chiariscono fonti parlamentari, siano d'accordo i firmatari del patto del Nazareno, Silvio Berlusconi in primis. L'incontro con l'ex Cavaliere, già fissato per questa mattina, è saltato per motivi di salute dell'ex premier (ufficialmente un raffreddore). Ma i canali con Fi sono sempre aperti e l'obiettivo di Renzi è capire da qui a settembre quali sono i margini per modificare l'intesa. «I gufi, le riforme, i conti non mi preoccupano, la Libia sì. Ma sembra impossibile parlare seriamente di politica estera #piccinerie», twitta il premier alla fine di una giornata puntellata da appuntamenti importanti: la conference call con Obama ed i leader Ue sui principali teatri di guerra; un faccia a faccia con il ministro Padoan per definire il decreto Sblocca Italia che sarà approvato giovedì dal consiglio dei ministri.
Nonostante l'apertura abbozzata dal prenier, senatori e deputati del M5S preparano la discesa in piazza per protestare contro le riforme costituzionali del governo. Beppe Grillo arriva a Roma, dove ha convocato la pattuglia di suoi parlamentari, e detta la nuova linea pentastellata contro l'approvazione del disegno di legge. Una linea che non è comunque difficile da immaginare: guerra a Renzi. O, meglio, «guerriglia democratica» come preferisce definirla lui stesso fuori dall'hotel in centro a Roma che lo ospita a due passi dal Colosseo. L'idea del comico genovese è quella di mandare in strada gli onorevoli cinquestelle prima che Palazzo Madama voti le riforme. Sarebbe già stato ipotizzato anche un nome all'evento, «Parlamento in piazza», ma non la data.
Durante l'assemblea congiunta dei due gruppi 5S di Camera e Senato, infatti, Grillo avrebbe proposto il 10 agosto, trovandosi però l'opposizione di chi giudicava inutile una manifestazione a cose ormai già fatte e anche quella di chi aveva già programmato le proprie ferie. Le modalità e la durata (c'è chi propone un giorno ma anche chi preferisce una settimana) saranno decise nel corso di una nuova assemblea (forse già domani) alla quale però i senatori, obbligati alla presenza in Aula fino a mezzanotte, avranno difficoltà a partecipare. «Parlamento in piazza» è un modo per dare risalto mediatico all'iniziativa degli onorevoli 5Stelle ma anche per riportare il movimento alle origini, a quando era «tra le persone» e non chiuso nei "palazzi del potere". «Torniamo tra la gente, basta tv», avrebbe infatti detto il comico genovese che proprio alle presenze in televisione imputa una delle principali cause della debacle alle Europee. Così il blog lancia il volantinaggio volontario tra i militanti (hanno la possibilità di scaricarli sul pc e stamparli per distribuirli in giro). Il messaggio è chiaro: «Renzi impone una riforma del Senato contro la democrazia. Fermiamolo», si legge.

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