Renzi contestato: «Non mollo»

Sabato 29 Novembre 2014
Renzi contestato: «Non mollo»
ROMA - Contestazioni. La coalizione che si sfalda in Puglia. E la minoranza del partito che punta i piedi. Ma Matteo Renzi tira dritto: «Non mi faccio chiudere nei palazzi, da chi immagina che se qualcuno protesta ho paura», dice il premier e segretario del Pd.
Partiamo dalle contestazioni: lavoratori che lo aspettano in presidio a Catania e cittadini che lo contestano davanti al municipio di Reggio Calabria: Ma Renzi non si scompone. «Non ci sto chiuso nel palazzo, ho fatto il sindaco. Contestazioni o non, starò in mezzo alla gente. Si stancheranno prima loro».
Poi, la minoranza del Pd che non mostra intenzione di abbassare il livello dello scontro verso Renzi, anche se è pronta a spostare l'obiettivo dal Jobs Act e dalla legge di Stabilità alle riforme costituzionale ed elettorale ipotizzando anche un referendum tra la base sulle politiche del governo. Un vero e proprio atto di guerra in vista della direzione convocata da Renzi lunedì pomeriggio per cercare di chiudere almeno alcuni fronti interni. Davide Zoggia ha annunciato che lunedì chiederà di «interpellare la base» con un «referendum tra i militanti sulle politiche del governo», dato che esse con coincidono con i programma con cui il Pd si è presentato alle politiche del 2013. Sarebbe una specie di congresso sotto altre forme, destinato magari a non essere vinto dalla minoranza ma a certificare una spaccatura anche nella base e non solo tra i dirigenti, dando a questi o una legittimazione interna o l'occasione di una definitiva rottura.
Da ultimo, le fibrillazioni pugliesi. A poco più di 24 ore dalle primarie con cui il centrosinistra individuerà il candidato a succedere a Nichi Vendola, alla guida della regione Puglia, Sel annuncia che si sfilerà dalla consultazione popolare: «Se in questo momento non esiste più il centrosinistra, per conto mio non esistono neanche più le primarie» dice il governatore uscente. La notizia arriva al termine di un vertice di maggioranza convocato con urgenza da Vendola per affrontare le polemiche sorte intorno all'annuncio, dato dai segretari regionali di Pd e Udc Puglia, dell'appoggio dei centristi al centrosinistra per le prossime regionali. Emiliano, accusato da Sinistra ecologia e libertà di «voler cambiare la natura della coalizione», ha a sua volta accusato Vendola di essere stato lui, lo scorso novembre, a chiedergli di ottenere i voti dei centristi per approvare la variazione di bilancio in Consiglio regionale. E ha invitato il governatore pugliese a smetterla con i «moralismi e con le riunioni in sgabuzzino». Parole che Vendola ha definito «inaccettabili» e rivelatrici del fatto che «in Puglia il centrosinistra non c'è più».
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