Renzi, sfida dei 1000 giorni «Giudicatemi nel 2017»

Martedì 2 Settembre 2014
ROMA - «Oggi è il giorno zero: a maggio 2017 saremo giudicati». Mille giorni. Per «cambiare l'Italia, senza guardare in faccia nessuno». Dopo aver abbandonato la fretta dello sprinter per il «passo dopo passo» del maratoneta, per Matteo Renzi è giunto il momento di avviare il conto alla rovescia dei mille giorni, il lasso di tempo che si è dato per «cambiare alla radice» il Paese. La sfida, ammette il premier alla vigilia di un autunno cruciale, è «difficile». Di rimpasto e sostituzione della titolare degli Esteri, Mogherini, per ora non se ne parla anche se «un ministro lascerà questo governo il 25 o 26 ottobre: inizieremo a pensarci due giorni prima». Niente annunci di nuove riforme, ma l'impegno a risultati «verificabili». Un impegno che sembra non bastare alle opposizioni: Forza Italia vi intravede «il passo del gambero» e annuncia severi controlli, la Lega bolla come «stupidaggini» le parole del premier («altro che mille giorni, sono mille al giorno le imprese che chiudono»), il M5S già scommette contro la riuscita della «fantomatica agenda».
Non si lascia però impressionare, Renzi. «Ci potranno accusare di arroganza - scandisce - ma l'Italia la portiamo lì» dove indicato. Perché se i pezzi del puzzle sono ancora da comporre, la cornice è «chiara», assicura. E anche il metodo, che richiede di «giocare all'attacco» per un'Italia «libera dalle pastoie burocratiche e dal potere di rendita dei soliti noti» e «che finalmente fa le riforme ossessivamente discusse». Sia chiaro, sottolinea: le riforme strutturali devono essere fatte non «perché ce lo chiede l'Europa» ma per «tornare a guidare l'Europa», cui l'Italia «in termini economici ha dato sempre più di quanto ha ricevuto». Perciò a Bruxelles Renzi vuole andare a «imporre una nuova strategia» e a prendere quel che al nostro Paese spetta in termini di flessibilità: «I 300 miliardi annunciati da Juncker ci auguriamo arrivino il prima possibile, li spenderemo più veloci del west». E basta «parlar male della Germania: sul mondo del lavoro è un modello, non un nemico». Alla data «zero» dei mille giorni, il premier lancia un sito internet dal nome evocativo: passodopopasso.italia.it. In cima al portale compare il conto alla rovescia, nelle pagine interne si potrà verificare il programma e i risultati raggiunti.
Il premier riepiloga le cose fatte in conferenza stampa con Maria Elena Boschi e Graziano Delrio: lavoro, nuovo Senato e legge elettorale, giustizia, semplificazione fiscale. E poi il bonus degli 80 euro, con la «scommessa politica di dare al ceto medio» sulla quale «non si tornerà indietro», anzi si cercherà di «allargare la platea». Avanti dunque, senza «guardare in faccia nessuno», perché nessun settore «può chiamarsi fuori» dopo che la politica ha iniziato a riformarsi.
Lascia però a bocca asciutta, il premier-maratoneta, chi si attendeva annunci di ulteriori riforme. Alle critiche ricevute dopo lo sblocca Italia, ai «soliti noti esperti di palude», a chi descrive la «fine della luna di miele» («lo dicevano anche prima delle elezioni, porta bene»), la risposta si riassume in una parola: responsabilità ampia. «All'accusa di "annuncite" , malattia tipica di parte del ceto politico - spiega l'ex sindaco di Firenze - rispondiamo con l'elenco di date a cui ci siamo auto-costretti». Del «programma dei mille giorni», aggiunge il ministro Boschi, il governo riferirà entro settembre in Parlamento, con un'informativa o con comunicazioni del premier che potrebbero essere seguite da un voto, che non sarà però di fiducia. Renzi lo definisce un «atto di riguardo» verso le Camere. Per questo che qualche deputato osserva che in quella sede (ma la circostanza non trova riscontro in ambienti dell'esecutivo) potrebbe essere dettagliata con nuove tappe l'agenda di qui al 2017. L'appuntamento parlamentare, intanto, è atteso anche dalle opposizioni: per riprendere la battaglia.

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