Scontro tra Cgil e Renzi torna il fantasma dello sciopero generale

Domenica 28 Settembre 2014
Scontro tra Cgil e Renzi torna il fantasma dello sciopero generale
Se il governo confermerà di voler fare la riforma del lavoro per decreto sarà sciopero generale. A garantirlo, da Cervia dove si svolge l'assemblea nazionale della Fiom con cui scenderà in piazza san Giovanni a Roma il 25 ottobre, è Susanna Camusso, segretario generale della Cgil. In contemporanea il presidente della Cei, cardinale Angelo Bagnasco, afferma che l'articolo 18 non è «un dogma di fede» ma che qualsiasi decisione deve essere presa «con un unico obiettivo: creare posti di lavoro, se no non serve». E, nel Pd, in vista della direzione di domani, continua il lavoro di mediazione, in attesa di capire quale sarà la linea ufficiale. Ma le minoranze sembrano decise a votare no, se non ci saranno modifiche sostanziali. Addirittura Pippo Civati evoca la scissione: «Ho l'impressione che Renzi voglia rompere. Si ricordi che è stato eletto per difendere l'art.18 così e non per certo per abolirlo».
Da parte sua, il premier Matteo Renzi, dal volo che lo riporta in Italia, posta un video su Youtube: «L'Italia deve ancora scrivere la pagina migliore - dice - non è un Paese finito, ma infinito, pieno di risorse e di bellezza».
Il segretario della Cgil, comunque, affila le armi in vista dei prossimi passaggi parlamentari (si riprende mercoledì in Senato) della riforma del lavoro che dovrebbe avvenire con una legge delega da affidare al governo il quale procederebbe poi con i decreti delegati. Il giudizio complessivo della Cgil sul Jobs Act è pessimo, «riporta l'idea del lavoro servile». Così come va respinta in blocco l'idea ribadita dal premier Renzi nel suo viaggio in America di superare l'articolo 18 e con esso il reintegro dei lavoratori licenziati senza giusta causa (nuovi assunti), sostituendolo con un contratto a tutele crescenti e una revisione complessiva degli ammortizzatori sociali.
Da qui l'iniziativa della manifestazione del 25: «Inaugurerà una stagione di conquista di un cambiamento della politica economica - dice Camusso - a partire dalla libertà e dall'uguaglianza nel lavoro». Per creare nuovi posti, invece - è l'idea del segretario della Cgil - occorre recuperare e redistribuire risorse imponendo «una patrimoniale sulle grandi ricchezze». La manifestazione "in solitaria", però, precisa Camusso, non va letta come «una scelta di rottura» rispetto a Cisl e Uil, con le quali pensa sempre ad un percorso unitario. Per Maurizio Landini, segretario dei metalmeccanici della Fiom, piazza San Giovanni sarà l'inizio della mobilitazione, perché «non accettiamo peggioramenti e stravolgimenti dei diritti». Sul nodo articolo 18 è intervenuto anche il cardinale Bagnasco. «Non ci sono dogmi di fede e di nessun genere in materia di prassi sociali - ha detto il porporato - Anche questo nodo deve essere affrontato con un solo obiettivo: creare posti di lavoro, altrimenti non serve a niente».
Pa.Fra.

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