Vandalismo? Atto dimostrativo da parte di qualche sigla antagonista? Criminalità comune? I danneggiamenti dell'altra notte all'inceneritore di San Lazzaro sembrano preoccupare, ma fino ad un certo punto, l'amministrazione Bitonci. «Da quel che ci risulta - spiega l'assessore all'Ambiente Matteo Cavatton - qualcuno ha tentato di introdursi all'interno del casotto che ospita alcune pompe di drenaggi che vengono utilizzate quando il livello dei Piovego si alza». «Dato che all'interno di questi impianti è presente del rame, tutto fa pensare che siamo di fronte ad un tentativo di furto finito male, per i ladri naturalmente» dice ancora l'esponente di Forza Italia che poi conclude: «Fortunatamente è scattato l'allarme e questi signori si sono dati alla fuga». Un tentativo di furto che però striderebbe con il danneggiamento dei due lampioni. Rimane il fatto che attorno al termovalorizzatore di San Lazzaro la soglia di attenzione (soprattutto politico- mediatica) rimane sempre alta. Tre anni fa, per esempio, l'accensione della terza linea dell'inceneritore ha scatenato una polemica furiosa. Polemica alimentata soprattutto dalle associazioni ambientaliste e dall'Italia dei valori che all'epoca governava la città assieme al sindaco Flavio Zanonato, da sempre convinto sostenitore dell'opportunità di ampliare l'impianto. Ad un certo punto si era anche ipotizzato di chiudere la prima linea del termovalorizzatore, una prospettiva che però è sempre stata respinta al mittente ad AcegasAps e dal suo amministratore delegale Cesare Pillon. Un paio di anni fa a scatenare la polemica erano stati invece alcuni camion di rifiuti in arrivo della Campania che avevano conferito i loro carichi proprio all'interno dell'impianto di incenerimento.
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