«Il nuovo ospedale? Solo tra dieci anni»

Domenica 23 Novembre 2014
«La sanità pordenonese continua a essere penalizzata dalla Regione. L'ultimo riparto delle risorse ha visto dieci milioni in meno assegnati a Pordenone. Ed è una pia illusione che i conti vengano riequilibrati in breve. Sul futuro ospedale poi si abbia il coraggio di dire che, se tutto filerà liscio, sarà ultimato solo nel 2025». Il consigliere comunale Franco Dal Mas (Forza Italia) non molla sui temi legati alla sanità e - in riferimento a dichiarazioni degli ultimi giorni degli assessori regionali Bolzonello e Telesca - sottolinea «si usano toni trionfalistici al limite dell'imbarazzo». E mentre l'iter della gara per il nuovo ospedale sta proseguendo secondo la tabella di marcia (nell'ultima seduta pubblica della commissione è emerso che in testa alla graduatoria delle società c'è la "Politecnica ingegneria e architettura" di cui fa parte anche la pordenonese Cooprogetti) il consigliere di opposizione "ricorda" i tempi di realizzazione.
«Tutto il 2015 - sostiene Dal Mas - se ne andrà per la progettazione, seguiranno due anni per l'appalto dell'esecutivo. Nel 2018 è previsto l'avvio del cantiere. Almeno cinque anni per la realizzazione dell'opera. Ma nel 2023, sempre che tutto sia filato liscio e che non ci siano stati ricorsi, sarà completata la struttura. Poi ci vorrà un altro anno, forse due, per i cosiddetti attrezzaggi e per allestire le strumentazioni tecnologiche. Saranno così passati dieci anni». E su quest'ultimo aspetto viene sollevata anche la questione economica. «Oggi nei 150 milioni complessivi previsti non c'è il costo degli attrezzaggi. Stimato dai 30 ai 50 milioni un anno fa, di quanto potrà essere lievitato tra 10 anni? Ecco che si supereranno i 200 milioni previsti nel progetto "Comina" della Giunta Tondo». Il dito viene poi puntato sul nodo della riperequazione delle risorse. «Siccome non si arriverà mai - sostiene il consigliere di Fi - a una quota del 100 per cento di risorse da redistribuire basata sui criteri standard è impensabile pensare che a breve la provincia non sia più trattata come "figliastra" rispetto ai "figli" delle altre province, in particolare l'isontino. Anche qui bisognerebbe avere il coraggio di dirlo che mai si arriverà a un vero riequilibrio».
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