Contratti con prestanome Truffa non provata, assolto

Martedì 21 Ottobre 2014
PORDENONE - Cessioni di quote societarie in cambio di appartamenti, con preliminari stipulati usando un prestanome e rendendo così impossibile la consegna degli immobili. Da queste accuse doveva difendersi Gianni Castelletto, 53 anni, di Cinto Caomaggiore, processato per due truffe e assolto perchè lo scenario era talmente ingarbugliato che non è stato possibile raggiungere la prova degli "artifizi e raggiri". Ieri il giudice Rodolfo Piccin lo ha assolto con la formuta dubitativa perchè il fatto non sussiste; anche il vpo Beatrice Toffolon era giunta a questa conclusione.
Castelletto era difeso dall'avvocato Roberto Rossetti Longo. Il processo è stato caratterizzato anche dal dietrofront della parte civile. Tutto ruotava attorno all'acquisto della Leader Design srl per 600mila euro, di cui 382mila pagando crediti vantati da due soci. L'imputazione faceva riferimento a quote cedute a prestanomi e contratti preliminari che avrebbero indotto in errore i due soci. Con il primo era stata pattuita la consegna di un appartamento che doveva essere realizzato in una palazzina di San Vito al Tagliamento (75mila euro). Era stato dichiarato nella disponibilità della Union Impresit srl, in realtà nè i prestanome nè Castelletto avevano la proprietà dell'immobile. Stesso discorso per il secondo socio, che per le quote societarie avrebbe dovuto ricevere due appartamenti in corso di realizzazione a Gruaro, in via Volpi di Misurata, da parte della Intermed Due sas. Anche in questo caso gli appartamenti non sono mai consegnati. Nel complesso a Castelletto si contestava un ingiusto profitto di 500mila euro.
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