La Valcellina muore di ghiaia

Lunedì 28 Luglio 2014
Complice un'estate autunnale, su in Valcellina il Varma ha debuttato in anticipo. Si prevedono repliche sino a ottobre, poi, da novembre, acqua in scena settimanalmente. C'è qualcosa di tragico e di comico in questa vicenda delle esondazioni del Varma sulla 251 della Valcellina. Comici sono i tentativi che, da anni, si azzardano sul letto del Cellina come se fosse semplice incanalare un torrente che viaggia su un greto ghiaioso profondo decine di metri. Tragica è l'inanità dell'apparato regionale che non ha capito la piccola grande tragedia che da una decina anni, per giorni o settimane, isola i nativi della valle, salvo pensare a una soluzione (innalzamento della carreggiata) che, prima d'esserci, perpetuerà l'incomodo per altri dieci. Senza dire che la sopraelevata non sarà la quadra del problema, ma solo un accorgimento che riproporrà la questione alla prossima generazione, quando i milioni di cubi di sassi che il Cellina trasporta giù con sè avranno riempito il letto sino alla nuova quota stradale. E sarà punto a capo. Anche per Barcis che, invece di un lago d'acqua, guarderà l'effetto che fa un bacino di ghiaia. Da profani, due cose crediamo si debbano fare: subito, una passerella provvisoria che bypassi il tratto di strada alla confluenza del Varma col Cellina, poi, quasi subito, via allo sghiaiamento controllato del letto del Cellina. Meglio sopportare i disagi derivanti dal trasporto di alquanta ghiaia, specie se compensati dagli agi economici spettanti di diritto ai Comuni della vallata, che morire di troppa ghiaia.

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