Matrimoni gay, la Lega «Pedrotti si dimetta»

Martedì 30 Settembre 2014
PORDENONE - Proprio nel giorno in cui il sindaco Claudio Pedrotti con i colleghi di Udine, Furio Honsell e di Trieste, Roberto Cosolini, stavano studiando un modo per poter registrare all'anagrafe i matrimoni gay, arriva l'attacco durissimo della Lega Nord. Nel mirino finisce il primo cittadino di Pordenone e a "sparare" è il consigliere Riccardo Piccinato che ha chiesto a Pedrotti di dimettersi. «Come si può anche solo pensare di fare la trascrizione in Comune di Pordenone dei matrimoni gay contratti all'estero, cosa che creerebbe disastri nel nostro ordinamento giuridico? Se il fine è quello di legittimare qualcosa che è contrario alla legislazione italiana, temo che Claudio Pedrotti sia uno sconsiderato». Inizia così la nota inviata dal consigliere comunale Piccinato. Che va avanti. «Non si rende conto di quello che fa? Questa trascrizione aprirebbe immediatamente le porte al riconoscimento anche dei matrimoni islamici poligami e anche dei matrimoni forzati con le bambine, in quanto al pari matrimoni ritenuti validi e legittimi all'estero. Auspico una forte mobilitazione anche al di là della Lega per fermare questo atto di inciviltà. Invece di occuparsi dei problemi dei pordenonesi - va avanti il consigliere della Lega - il sindaco Pedrotti pensa a come violentare i diritti e a distruggere i valori fondamentali della nostra società come la famiglia naturale. Che pensi a come trascrivere le proprie dimissioni invece». Insomma, muso duro del Carroccio che ha tutta l'intenzione di lanciare una mobilitazione in città.
Ieri intanto i sindaci dei Comuni di Udine, Pordenone e Trieste hanno deciso che valuteranno ogni singolo caso per la trascrizione nei registri di stato civile di matrimoni contratti all'estero tra persone omosessuali. Ad annunciarlo è stato il primo cittadino di Udine, Furio Honsell, al termine di un incontro sul tema con esponenti degli altri due Comuni capoluogo del Friuli Venezia Giulia guidati dal centrosinistra. Secondo Honsell, non serve «scrivere o emanare ordinanze dal valore erga omnes, visto che in particolare su questa materia la competenza non è dei Comuni, ma del Parlamento».
«La mia posizione sui diritti civili - ha proseguito - è sempre stata chiara. Per questo motivo, anche in questo caso, il mio impegno sarà sempre e comunque quello di consentire alle persone il pieno raggiungimento dei loro diritti». Posizione che converge con quella del sindaco di Pordenone che da subito era stato in sintonia su questo punto con il collega di Udine. Recentemente due cittadine sposatesi in Sudafrica, di cui una udinese, hanno presentato una richiesta e la stessa cosa è stata fatta a Pordenone.
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