Morta a 2 anni, dubbi sul farmaco

Domenica 21 Settembre 2014
PORDENONE - Elivia Prendi di due anni e mezzo sarebbe morta a causa di un errore nella sommistrazione di un farmaco, non adatto in età pediatrica e usato in dose più che tripla. La piccola è deceduta il 15 febbraio mentre era ricoverata al Santa Maria degli Angeli per l'asportazione di una ciste sottolinguale. A stabilirlo la consulenza tecnica medico-legale disposta dal sostituto procuratore Maria Grazia Zaina, affidata agli specialisti in anatomia e istologia patologica e anestesia e rianimazione Alberto Furlanetto e Barbara Benedini resa nota dalla società Giesse incaricata dalla famiglia di occuparsi del caso. Secondo i consulenti tecnici del pm della Procura di Pordenone, i medici dell'ospedale di Pordenone avrebbero sbagliato nella scelta del farmaco utilizzato per sedare la bimba nella fase postoperatoria, oltre che nel suo utilizzo prolungato e nella quantità somministrata.
Elivia era stata ricoverata al Santa Maria degli Angeli lo scorso 13 febbraio per essere sottoposta, la mattina successiva, a un intervento di asportazione di una ciste benigna alla lingua che, ingrossandosi, iniziava a crearle problemi nell'alimentazione. La bambina si era presenta in ospedale in buone condizioni di salute e l'operazione era stata eseguita alla perfezione, senza alcuna anomalia. «Ciò che invece deve essere censurato, perché evidente errore terapeutico – sottolineano i due periti nella consulenza – è l'utilizzo dei farmaci impiegati per la sedazione della piccola Elivia durante le ore di degenza trascorse in terapia intensiva». In questa fase i medici, per evitare possibili complicazioni come il sanguinamento o l'edema dell'area appena operata, avevano scelto di continuare a mantenere sedata la piccola paziente. Per farlo, però, hanno utilizzato un potente agente sedativo-ipnotico ad azione centrale «indicato per terapie di breve durata, ma vietato dalle linee guida nazionali e internazionali per la sedazione di pazienti critici sotto ai 16 anni di età».
I genitori di Elivia, che hanno perso la loro unica figlia e abitano ad Aviano si sono affidati alla Giesse di Pordenone, società specializzata in risarcimento danni nei casi di malasanità. «Quello che sembra emergere dalla perizia disposta dalla Procura – afferma Maurizio Cibien, responsabile di Giesse Pordenone - lascia davvero sbigottiti. Ci auguriamo ora che la chiara ricostruzione di quanto avvenuto, così come descritta in modo inequivocabile nella perizia dei consulenti del pm, porti chi di dovere a non negare l'evidenza e, quindi, a un comportamento collaborativo, in modo che a questa enorme sofferenza patita dai genitori della piccola Elivia non si aggiunga ulteriore e inaccettabile dolore».
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