Pippo non molla e tenta l'ultima carta Ma salta l'elezione del nuovo presidente

Venerdì 31 Ottobre 2014
PORDENONE - Il giorno dopo la bufera giudiziaria che ha travolto il "Cellina-Meduna" è saltata anche l'elezione dei nuovi vertici dell'ente. Nessuna elezione, né del presidente né della giunta: la riunione del nuovo Consiglio è saltata dopo che lo stesso presidente uscente Americo Pippo non avrebbe voluto prendere atto del voto sulla mozione presentata da 24 consiglieri (sui 39 complessivi che fanno parte dell'assemblea) con la quale si chiedeva di cambiare l'ordine del giorno dei lavori prima di passare al voto. Il Consiglio è stato aperto dal presidente uscente e nuovamente candidato Pippo (raggiunto solo poche ore prima da un avviso di garanzia legato all'inchiesta della Procura su presunte irregolarità nella gestione di alcuni appalti) che si è presentato dinanzi ai trenta nuovi componenti e ai nove sindaci (dei Comuni di Maniago, Vivaro, Zoppola, San Giorgio della Richinvelda, Montereale, Pravisdomini, Cordovado, Polcenigo e San Quirino) con l'intenzione di procedere seguendo l'odg che stabiliva prima l'elezione della giunta, poi del presidente. A quel punto i 15 componenti della lista avversaria (Coldiretti-Confagricoltura, che candida alla presidenza l'imprenditore casarsese Venanzio Francescutti) e i nove sindaci hanno presentato una mozione per chiedere la modifica dell'ordine dei giorno. «Una richiesta - come hanno spiegato i proponenti - avanzata sulla base di ciò che prevede sia lo statuto che la norma regionale sui Consorzi di bonifica: cioé l'elezione del presidente al primo punto». La mozione è stata votata ed è passata con 24 voti favorevoli (i 15 della lista di Francescutti, più i sindaci), 14 contrari e uno astenuto (tra i 15 della lista Pippo). Dopo una breve sospensione dei lavori Pippo avrebbe sostenuto che per tutelare la minoranza la decisione sarebbe stata di procedere con il precedente ordine dei lavori. Come dire: non si tiene in considerazione il voto e decide il presidente. Ne è scaturito un confronto acceso con vari interventi - sia di consiglieri che di sindaci - che chiedevano il rispetto dell'esito del voto sulla mozione e il rispetto delle regole democratiche. Nulla da fare. I 15 - in un clima di incredulità e sbigottimento di fronte al comportamento del presidente - della lista Francescutti e i sindaci hanno lasciato i lavori facendo mancare il numero legale all'assemblea. «Non potevamo avallare qualcosa che non rispondeva alle norme e alle regole. Il comportamento del presidente Pippo - ha fatto sapere in serata la Coldiretti - è un chiaro atto che va contro la democrazia del Consiglio. Nelle prossime ore invieremo una informativa alla Regione affinché intervenga garantendo il regolare svolgimento del Consilgio e l'elezione del presidente». Ora, a fronte della situazione di stallo, potrebbe intervenire la Regione nominando un commissario ad acta solo per svolgere il Consiglio e dare una governance all'ente.
Davide Lisetto

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