Prima la truffa, poi lo sfratto Operaio adottato dai vicini

Mercoledì 22 Ottobre 2014
Sfratti e famiglie senza tetto stanno diventato una vera e propria emergenza sociale, alla quale non riescono a far fronte nè le sistituzioni, come i Servizi sociali, nè le associazioni caritatevoli. «Ci rendiamo conto - ha detto infatti il pastore Giuseppe Miglio della Chiesa cristiana Battista, che segue una trentina di famiglie con questo problema - che di fronte a un fenomeno così vistoso, non ci sono soluzioni, se non di tipo tampone. La gente continua a perdere il lavoro, i proprietari delle case hanno bisgogno dell'affitto, magari pure loro per vivere, e i giudici spesso sono in eccesso di zelo... Tre situazioni difficili da affrontare contestualmente».
Il mondo drammatico degli sfatti, che stando ai dati forniti da Ladislao Kowalski, presidente dell'Uppi, nei primi sei mesi dell'anno, ha registrato ben 383 richieste di esecuzione per morosità da parte dell'ufficiale giudiziario e 140 convalide (ovvero la citazione davanti al tribunale, che precede l'atto di precetto e l'esecutività), ha però anche un'altra faccia: quella della truffa. Un aspetto, questo, messo in evidenza da un gruppo di persone che si sono prese a cuore il caso della famiglia di "K", operaio di origine marocchina residente in Italia da oltre 13 anni, con regolare permesso di soggiorno e tre bimbe da mantenere. Il gruppo che si definisce "Comitato dei vicini di K" racconta di come l'uomo sia prima stato ingannato dai proprietari della casa, che gli hanno affittato un locale pignorato, e poi sfattato dal notaio che ha in custodia il bene vincolato. «Otto mesi fa - spiega Giulia Della Ricca - "K" ha sottoscritto un contratto d'affitto, credendo che fosse regolare, con tanto di registrazione all'Ufficio preposto (che però non ha facoltà di verifica). "K" ha versato sei mesi anticipati tra affitto e caparra ai "sedicenti" proprietari e soltanto in agosto ha scoperto di essere stato vittima di una truffa. La casa è infatti pignorata sin dal 2011 e gli ex proprietari si sono eclissati con l'affitto ricevuto. "K", operaio a tempo determinato, ha smesso di pagare l'affitto e nei giorni scorsi - aggiunge la donna - ha ricevuto la notifica di sfratto dal Tribunale, con la richiesta di lasciare l'alloggio entro 10 giorni. Altrimenti si procederà allo sgombero coatto. E non si può opporre allo sfratto perchè il suo contratto è successivo al pignoramento. Inoltre - sottolinea la Della Ricca - il notaio che gestisce la pratica di vendita della casa pignorata e che ha richiesto lo sfratto, pone a carico di "K", truffato e tra un po' senza un tetto, tutte le spese dell'atto di sgombero. E pure il Comune - rincara - lascia a desiderare. I Servizi sociali ai quali la famiglia sfrattata si è rivolta per chiedere aiuto hanno infatti concesso a "k" un appuntamento per il 24 novembre. Dunque quando sarà troppo tardi». I vicini di k, che cercano di aiutare l'operaio come possono, auspicano «che sempre più gente prenda coscienza di cos'è la mostruosa "macchina" degli sfratti e che si mobiliti per dare solidarietà attiva».
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