Quote latte, assoluzione nulla

Sabato 26 Luglio 2014
Quote latte, si ricomincia da capo. La Cassazione ha annullato l'assoluzione ottenuta in secondo grado dell'ex senatore leghista e leader dei Cobas latte, Giovanni Robusti, 62 anni, di Torre de Picenardi (Cremona) e di Sebastiano Bedino, 32, di Trino (Vercelli). La decisione era molto attesa, perchè orienterà il Tribunale di Pordenone nella vicenda che riguarda l'allevatore di San Quirino Franco Paoletti, per il quale il processo comincia a settembre.
Bedino e Robusti erano stati condannati su richiesta del pm Federico Facchin a tre anni e mezzo di reclusione per la truffa delle quote latte attraverso la costituzione di cooperative fittizie, tra cui la "Savoia Cinque" di Brugnera. Una condanna che aveva portato alla confisca di 16 milioni di euro depositati in un conto corrente intestato al procedimento penale. Assolti invece per l'ipotesi di peculato.
Il processo d'appello a Trieste aveva accolto la ricostruzione degli avvocati Paolo Botasso e Catia Salvalaggio assolvendo i due imputati dall'accusa di truffa e restituendo i 16 milioni ai produttori di latte. La cosa curiosa di questo procedimento è che, pur figurando come persone offese per milioni e milioni di euro, Agea, Regione, il ministero delle Politiche agricole e Comunità Europea non si erano costituite parte civile.
La Procura generale ha portato il caso in Cassazione. Un ricorso che, secondo la difesa, era inamissibile. I giudici romani hanno però annullato la sentenza di primo grado rinviato il fascicolo a un'altra sezione della Corte d'appello per la revisione del processo. L'avvocato Botasso è cauto: «Aspettiamo di leggere le motivazioni per comprendere la decisione della Cassazione. Il processo si rifarà, i tempi si allungheranno, salvo arrivare alla prescrizione». Prescrizione che dovrebbe scattare nel 2015.
Al centro del procedimento vi erano le due coop create ad arte, secondo il pm, per aggirare il sistema delle quote latte. Coop fantasma che avrebbero costituito uno «schermo per occultare il transito effettivo del latte direttamente da produttore e acquirente». Il pm le aveva indicate come il soggetto che apparentemente curava adempimenti e somme destinate all'Agea e distribuite ai soci-produttori per circa 16 milioni di euro. Per la difesa tutto era stato frainteso.
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