Truffa dei mutui facili «Mai conosciuto il boss»

Mercoledì 20 Agosto 2014
PORDENONE - (c.a.) Con i mutui-truffa acquistavano appartamenti a Udine, nell'immediata periferia o a Sella Nevea. In banca presentavano bustepaga false con redditi gonfiati e nel rogito notarile il valore dell'immobile era sempre superiore a quello effettivo. Erano soltanto escamotage per ottenere i finanziamenti e poi spartirseli. Ne è convinta la Procura di Udine, che nei giorni scorsi ha chiesto il rinvio a giudizio dei 19 indagati collegati al falso promotore finanziario Andrea Sapienza, udinese. In Procura ci sono sei faldoni pieni di documenti, relazioni, interrogatori e verbali di sommarie informazioni da studiare prima dell'udienza del 24 ottobre, davanti al gup Daniele Faleschini Barnaba. Ma le difese mettono già le mani avanti. «È tutto nullo, i miei clienti non hanno mai ricevuto il decreto di conclusione delle indagini, ma direttamente la notifica dell'udienza preliminare», afferma l'avvocato Cristiano Leone, che tutela la maniaghese Anna Siega Zemolo e una coppia di Arcore, Giovanni Candido e Anna Armiento. E aggiunge: «Da valutare, poi, l'accusa di associazione per delinquere finalizzata alla truffa. Nel caso della Siega Zemolo, ad esempio, qual è il vincolo associativo? Non conosceva nè Sapienza nè la maggior parte degli indagati. Il suo ruolo è limitato all'intermediazione nella compravendita di alcuni immobili, non avrebbe mai immaginato che i mutui finalizzati all'acquisto degli immobili fossero in realtà una truffa».
Gli altri indagati sono la sanvitese Sara Tesolat, il congolese Makunga Tungua, gli udinese Maurizio Rilande, Andrea Vicenzotto, Amerigo Rocco, Mauro Zambuto, Pierluigi Chiarla e Vanda Dusso, l'avianese Domenica Zoldan, Marco Senesi di Livorno, Deborah Zorzi e Anna Maria Selis di Remanzacco, David Quaino di Pradamano, Annamaria Leopoli e Bruno Odorico di Cormons.
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