«Dobbiamo agire subito perché Rovigo ha già perso tempo e tante occasioni»

Giovedì 29 Gennaio 2015
«Non c'è più tempo da perdere». I programmi elettorali dei cinque candidati alle primarie di centrosinistra, Elena Lattanzio (Idv), Roberto Pugiotto (Psi), Nadia Romeo (Pd), Federico Frigato (Rovigo si ama) e Alessandro Monini (Rovigo bene comune), si differenziano in vari punti nonostante sia evidente il filo conduttore simile, ma ciò che li accomuna tutti è proprio questo: si deve passare il prima possibile dalle parole ai fatti.
La velocità di azione, una volta conquistato Palazzo Nodari, «è fondamentale per recuperare il tempo perduto con la fallimentare giunta Piva», precisa Federico Frigato, che riassume il pensiero di tutti. E la necessità di passare il prima possibile dalle parole ai fatti è dovuta all'esigenza di «far recuperare a Rovigo il ruolo di capoluogo», tutto questo con un rilancio del centro storico, pur senza dimenticare le frazioni, aiutare il commercio, animare il cuore della città senza andare ad attingere alle casse comunali e puntare a scelte urbanistiche che creino nuovi spazi per adulti, anziani e bambini.
Per Alessandro Monini, candidato civico sostenuto da un'ampia platea, anche politica, «il tema del centro storico va spostato rispetto al dibattito Corso aperto o chiuso». La domanda, per Monini, è «come favorire la presenza dei cittadini in centro città». Ecco che diventano fondamentali i temi «della viabilità, dei parcheggi, ma anche le attività di animazione per richiamare cittadini in centro, sviluppando azioni in sinergia con la Camera di commercio e le associazioni; rivitalizzando la presenza di attività economiche in centro storico anche attraverso la leva della fiscalità locale».
Federico Frigato, già candidato sindaco del Pd nel 2011 e in corsa con la sua stessa lista, ritorna in pista con i suoi 100 punti che «non sono superati, anzi. Quel che deve caratterizzare la prossima amministrazione dovranno essere la velocità di azione e le rapide scelte. La città è morta perché le vecchie giunte non hanno saputo rivitalizzarla, ma c'è fermento e bisogna solamente dargli il via, per far ripartire Rovigo. L'attenzione al centro storico è fondamentale, partendo dall'aiuto ai commercianti. Credo che nella situazione di crisi in cui siamo, chiunque ogni mattina decida di alzare la saracinesca debba essere considerato un eroe. Al pari del centro storico, sostenuto anche da eventi culturali oltre che dall'animazione, con la creazione di un marchio Rovigo, si deve pensare alle frazioni: i soldi ci sono, quelle che mancano sono le scelte. Per il collegamento ciclabile Rovigo-Sarzano e Rovigo-Grignano c'erano fondi e soluzioni. L'assessore Nello Piscopo non ha voluto decidere quale dei due progetti mandare avanti. Altra emergenza è quella degli spazi verdi. Ricordo la vicenda vergognosa di parco Maddalena. Dobbiamo fare di tutto per dare quel parco alla città, ma dobbiamo creare anche altri nuovi spazi. Parco Langer, per esempio. Le scelte urbanistiche, in questi casi, sono fondamentali, come la decisione di riqualificare piazza Duomo e via Badaloni per dare continuità al centro».
Anche per Nadia Romeo, volto immagine del Pd, far tornare Rovigo capoluogo è il principale impegno. «In questi anni abbiamo visto che Rovigo ai margini del Veneto. È sempre la Cenerentola, mentre Belluno ha fatto il salto di qualità. Chi sarà il sindaco deve andare a bussare e pretendere che Rovigo venga inserita nelle scelte della Regione. Rilanciare il centro storico è una cosa non più rinviabile. Il mio studio è in piazza Garibaldi. Quando esco, non vedo nessuno che passeggia. Dobbiamo dare al cuore di Rovigo una nuova immagine, non solo riqualificandone le piazze, ma anche ridefininendone il senso, per esempio trasformare corso del Popolo da elemento di divisione tra le piazze e la zona Duomo a elemento di unione».
Roberto Pugiotto guarda al passato per progettare il futuro. «La nostra storia cittadina è interessante. C'è un buon assetto urbanistico sottovalutato e sottostimato a causa dell'incuria. Bisogna derubricare la polemica su cosa fare nel nostro centro cittadino e valorizzare l'esistente con un piano delle infrastrutture che va fatto. Abbiamo strade a disposizione e dobbiamo renderle percorribili. Il passante nord è stata una battaglia degli ultimi anni, ma il dibattito sulle opere inutili è vano. Ci si è sclerotizzati su questo quando invece era necessario capire dove vanno i soldi e come meglio impiegarli».
Elena Lattanzio è convinta della necessità di «eliminare le differenze tra periferia e centro storico, mettendo da parte, una volta per tutti, gli interessi di parte. Vogliamo una città funzionale che riesca a contemperare gli interessi di tutti senza che si contrappongano continuamente. Si deve partire con la sistemazione del patrimonio e dei palazzi, in modo tale da farli tornare centro e sede dei servizi riportando così l'attenzione al cuore di Rovigo, sviluppando meglio i collegamenti con i paesi della cintura urbana affinché nessuno sia o si senta tagliato fuori».
© riproduzione riservata

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci