(g.colt.) Il sostituto procuratore Alberto Galanti non va per il sottile nell'informazione di garanzia. «Appare chiaro che tutto ruota attorno alle figure di Mascazzini e Schiesaro i quali studiano tutte le modalità necessarie per fare indebite pressioni sulle aziende e indurle a sottoscrivere le transazioni». Dichiara agli inquirenti Manuela Ragazzo, già referente del Ministero dell'Ambiente per le transazioni ambientali su Venezia: «Ho assistito più volte a specifiche indicazioni impartite da Mascazzini e Schiesaro circa la necessità di trovare ad ogni costo una qualche fonte di inquinamento, altrimenti non si poteva far partire nessuna diffida e il meccanismo della transazioni non poteva essere attivato». Anche con riferimento alle minacce di denunce e controlli da inviare alle aziende che non volevano transare, la testimone è stata chiara indicando l'esistenza di una precisa strategia individuata dal direttore generale e dall'avvocato dello Stato.
29 luglio 2007, ore 9,52. Gli investigatori intercettano una telefonata tra Schiesaro e l'ingegner Andrea Barbanti, già responsabile della divisione ingegneria dell'ambiente e del territorio di Thetis spa, azienda nell'orbita del Consorzio Venezia Nuova di Giovanni Mazzacurati. Dice Schiesaro: «Se noi non abbiamo un dato tecnico di partenza che dimostra l'inquinamento del fondo non possiamo fare neanche una domanda, niente. Bisogna andare a fare i controlli, a me basta avere dei dati puntiformi, una carota, una misura». In sostanza Schiesaro ordina a Barbanti di trovare qualcosa a cui appigliarsi per citare le ditte, una qualche forma di inquinamento, non importa se a mare o a terra. «Ho le citazioni pronte, non posso farle finchè mancano i dati di verifica dell'inquinamento dell'area. Quindi non posso fare un'affermazione di principio: cito uno in giudizio dicendo secondo me tu sei sporco. Devo citarlo dopo che ho visto: tu sei sporco, perchè ho controllato... Ho bisogno per tutti di qualche elemento tecnico, trovatelo voi, per dire che sono sporchi, trovatelo in falda, in terra, dove volete».
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29 luglio 2007, ore 9,52. Gli investigatori intercettano una telefonata tra Schiesaro e l'ingegner Andrea Barbanti, già responsabile della divisione ingegneria dell'ambiente e del territorio di Thetis spa, azienda nell'orbita del Consorzio Venezia Nuova di Giovanni Mazzacurati. Dice Schiesaro: «Se noi non abbiamo un dato tecnico di partenza che dimostra l'inquinamento del fondo non possiamo fare neanche una domanda, niente. Bisogna andare a fare i controlli, a me basta avere dei dati puntiformi, una carota, una misura». In sostanza Schiesaro ordina a Barbanti di trovare qualcosa a cui appigliarsi per citare le ditte, una qualche forma di inquinamento, non importa se a mare o a terra. «Ho le citazioni pronte, non posso farle finchè mancano i dati di verifica dell'inquinamento dell'area. Quindi non posso fare un'affermazione di principio: cito uno in giudizio dicendo secondo me tu sei sporco. Devo citarlo dopo che ho visto: tu sei sporco, perchè ho controllato... Ho bisogno per tutti di qualche elemento tecnico, trovatelo voi, per dire che sono sporchi, trovatelo in falda, in terra, dove volete».
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