«La Chiesa cattolica non cambierà la sua posizione»

Giovedì 20 Novembre 2014
«Provare dei sentimenti è umano. Cadere in tentazione pure. Per non lasciarsi coinvolgere, però, bisogna non isolarsi, pregare e chiedere aiuto a Dio e al confessore».
È un momento particolare quello che sta vivendo la diocesi di Adria e Rovigo guidata dal vescovo Lucio Soravito, con due casi di sacerdoti che hanno avuto relazioni con donne sposate, cui si aggiungono altri problemi “sessuali” di preti di diocesi vicine. L'aver infranto i voti e tradito dei comandamenti, con contorni di ricatti in alcuni casi, non può che aver colpito l'opinione pubblica. Il vescovo non nasconde la testa sotto la sabbia. «Stiamo assistendo a episodi che vedono protagonisti dei preti in difficoltà. Non voglio parlare dei casi concreti, non sarebbe giusto. Non si può nemmeno, però, far finta di nulla: può capitare anche a un sacerdote di vivere delle difficoltà, problemi vari, specialmente quando arriva un rapporto affettivo. Ci sono delle occasioni in cui può capitare, soprattutto in certi momenti di debolezza e frustrazione, che qualcuno si lasci coinvolgere troppo. È umano».
Una situazione che cozza con il voto di celibato dei sacerdoti. Come evitarlo?
«Credo che la cosa peggiore sia isolarsi. È qui che entra in gioco la famiglia che dev'essere la Chiesa. Si deve certamente pregare e chiedere aiuto a Dio, ma anche al proprio confessore. La comunità dei sacerdoti può essere un aiuto, perché si può parlare di questi problemi, confrontarsi. Non si deve restare soli. C'è bisogno di comunicare con gli altri, ma anche di trovare una soluzione nel rapporto stretto con Dio. Se manca una di queste due cose, si va in crisi».
Incontrarsi tra sacerdoti potrebbe servire ad evitare queste situazioni?
«Sono certo che sia possibile cercare nelle strutture diocesane l'aiuto di cui si ha bisogno. Una cosa che dico sempre è che dobbiamo trovarci tra di noi. Infatti ho spinto perché almeno due volte al mese questo accada: un giovedì ci troviamo per la formazione teologica, mentre un altro giovedì facciamo un ritiro spirituale. Serve anche per favorire le relazioni tra i preti. La mancanza di queste alle volte rischia di creare devianze di carattere affettivo».
Le è mai capitato di aiutare sacerdoti in queste situazioni? Come si gestiscono?
«Ho sempre cercato, in qualche caso un po' problematico, di stare loro vicino in questi momenti di difficoltà. Parlare con loro è un buon modo per affrontare i problemi».
Visto che provare determinati sentimenti è umano, consentire ai preti di sposarsi e di avere una famiglia non semplificherebbe le cose, evitando che accadano situazioni di questo genere?
«Sappiamo che questo è sempre avvenuto nella Chiesa orientale, non solo in quella ortodossa, ma anche in quella di rito bizantino. Lì i preti possono sposarsi prima di consacrarsi sacerdoti. Non credo capiterà nella nostra Chiesa latina, che conserverà la condizione del celibato perché permette al prete, come persona consacrata, di dedicarsi totalmente alla gente. Certo è una scelta importante perché può scegliere di essere celibe chi si sente di poterlo fare. Dubito che questa prassi cambierà».
C'è anche la crisi delle vocazioni, come non accade per esempio nel Terzo mondo. Potrà avere il Polesine dei parroci stranieri?
«Al momento ci sono tre preti stranieri come cappellani. Uno viene dal Togo ed è a San Martino, perché studia a Padova. Un altro viene dalla Birmania e collabora a Ficarolo. Un terzo viene dal Burundi ed è nella parrocchia della Commenda. C'è poi un nigeriano che ha studiato qui ed è molto legato alla robusta comunità nigeriana di Rovigo, segue la sua gente con le messe per gli stranieri a Boara ed è inoltre cappellano a Villadose».
Il ritorno di don Giuliano Zattarin ha chiuso la missione di Caetité in Brasile. Proseguirete la collaborazione lo stesso?
«No, il progetto si è chiuso, ora hanno una quarantina di preti e riescono a gestire la diocesi. Don Giuseppe Mazzocco, parroco di carbonara ad Adria, è stato spesso in Mozambico e poiché vi opera la diocesi di Verona, stiamo studiando una collaborazione per avviare un lavoro missionario in questo Stato, dove pochi sono i cristiani, ci sono islamici e soprattutto animisti».
© riproduzione riservata

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci