Coppola ko Subito i ricorsi

Giovedì 20 Novembre 2014
Coppola ko Subito i ricorsi
L'ennesima puntata della disfida polesana in salsa veneta ha arriso un'altra volta a Renzo Marangon nei confronti di Isi Coppola, ma non è l'ultima e forse non si chiuderà prima che si vada al voto per il rinnovo dell'amministrazione di palazzo Ferro Fini.
Al di là di chi abbia giudiziariamente ragione o torto, una cosa è certa: quando si tratta di posti di amministratori pubblici, le cose dovrebbero avere percorsi rapidi in magistratura, in modo che non passino cinque anni per sapere se una persona abbia o meno commessi illeciti nella sua elezione e se abbia occupato un posto pubblico senza averne titolo, di modo che decada o sia legittimata subito sgombra dai sospetti.
La Corte d'Appello veneziana, dopo che la Cassazione aveva bocciato la precedente assoluzione di Coppola della stessa Corte, ha capovolto la decisione dichiarando la decadenza da consigliere regionale di Coppola (che è anche assessore della giunta Zaia), cosa che farebbe entrare in consiglio stesso Marangon. La vicenda è iniziata quasi cinque anni fa con le denunce presentate da Luca Rossetto, sostenitore di Marangon, sostenendo che Coppola avrebbe speso 255mila euro per la campagna elettorale del 2010 invece dei 40mila dichiarati.
Coppola ieri era fuori Italia, tra Bruxelles e Ginevra, e raggiunta telefonicamente tra un volo e l'altro, ha declinato ogni dichiarazione. Il suo legale di fiducia Paola Malasoma egualmente non dà giudizi sulla decisione, «perché le sentenze si accettano e non si commentano, casomai si agisce poi per le vie previste dalla legge. Per ora, poi, c'è solo il dispositivo, ma attendiamo le motivazioni».
Malasoma precisa che «ci vorranno dai dieci ai venti giorni per averle, dopodiché agiremo su due fronti. Avremo sessanta giorni per fare ricorso in Cassazione, organo che quando si tratta di questa materia, andrà comunque a valutare il merito della sentenza, non soltanto la sua formulazione come quando ha rimandato indietro la precedente perché la Corte d'Appello non aveva introdotto nel giudizio il principio della prova, una perizia in questo caso».
L'altro versante è «il ricorso al Tar, chiedendo la sospensiva degli effetti della sentenza, cosa che in dieci giorni dovrebbe essere esaminata. Oltre a ciò, c'è il fatto che a votare la decadenza dovrà essere in ogni caso il consiglio regionale, che valuterà il tutto. Dati tutti questi tempi, probabilmente si andrà a oltre le nuove elezioni».
Temevate una condanna in questo processo-bis in Appello?
«Diciamo che vista la perizia disposta dalla Corte e assegnata a un agronomo, da noi controdedotta - chiude Malasoma - non ci eravamo fatti molte illusioni».
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